Toh! C'è anche l'ADSL che va lenta

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La Confindustria calabrese denuncia la scadente qualità del broad band disponibile in provincia di Vibo Valentia e la parlamentare Angela Napoli si rivolge al ministro delle Comunicazioni. Un'interrogazione che brucia
La Confindustria calabrese denuncia la scadente qualità del broad band disponibile in provincia di Vibo Valentia e la parlamentare Angela Napoli si rivolge al ministro delle Comunicazioni. Un'interrogazione che brucia

Catanzaro – Si è rivolta al Ministro delle Comunicazioni l’onorevole Angela Napoli , componente della Commissione Antimafia , con un’interrogazione relativa alla connettività broad band nel vibonese, evidenziando la “bassa qualità e le non agevoli linee veloci web in quel territorio”.

Sono stati i dirigenti della Confindustria di Vibo Valentia a denunciare il livello scadente del broad band del territorio in cui operano le imprese. L’onorevole Napoli ha così chiesto al ministro Gentiloni “se non ritenga necessario ed urgente avviare gli opportuni interventi presso il gestore affinché il territorio vibonese venga garantito da un servizio efficiente e qualitativamente competitivo con quello delle altre realtà nazionali”.

“Le potenzialità tecniche delle linee veloci web – si legge nell’interrogazione – dovrebbero essere efficienti affinché il loro utilizzo raggiunga l’obiettivo di una reale crescita della società e lo sviluppo del territorio; purtroppo nel territorio vibonese, ed in particolare nelle zone sedi di maggiore attività industriale, nonostante gli altissimi costi per ottenere il servizio delle linee veloci, risulta impossibile effettuare qualsiasi tipo di connessione”.

“La cattiva qualità delle linee veloci – sottolinea Napoli – si riversa negativamente anche nel settore turistico, giacché gli operatori turistici della zona costiera vibonese non riescono ad essere competitivi con quelle di altre regioni che possono utilizzare le prenotazioni via web e le vetrine virtuali per presentare le strutture ricettive (…) Sembrerebbe che nonostante la corresponsione del canone, il gestore del servizio disattenda, ormai da tempo, l’impegno alla risoluzione del problema”.

La Confindustria Vibonese, in un comunicato stampa di alcuni giorni fa, si era espressa senza mezzi termini: “Altro che super velocità e banda larga. Le comunicazioni sia voce che dati delle aree industriali vibonesi, viaggiano ancora su una littorina a vapore di borbonica memoria” ha scritto l’associazione, che spiega di aver effettuato “un monitoraggio che ha confermato una quadro estremamente allarmante fatto di quotidiana impossibilità di effettuare una semplice connessione o trasmettere una email dalle aree industriali, ma anche da tanti comuni della provincia”.

“Alla luce dei dati raccolti – prosegue – sostenere che il servizio è di bassa qualità è un puro eufemismo e qualche impresa riceve, dopo aver avviato un tedioso contenzioso, la beffa di qualche mini-rimborso da Telecom Italia, come se poche centinaia di euro bastassero a riparare i danni provocati dal blocco totale delle attività di decine di dipendenti per giorni e giorni, per non parlare delle incomprensioni con clienti e fornitori che immaginano nella migliore delle ipotesi una Calabria ancora chiusa nel suo isolamento. Tutto ciò si verifica nell’anno 2007 nelle principali aree industriali che ospitano la quasi totalità delle imprese vibonesi”. C’è spazio anche per constatazioni di situazioni dal sapore beffardo: “Gli imprenditori lamentano costi altissimi per ottenere sulla carta linee internet veloci, mentre i ragazzini in centro città giocano on line alla velocità della luce con pochi spiccioli”.

La Confindustria locale punta il dito contro l’incumbent, Telecom Italia: “La visione dell’azienda ha lasciato intuire che in assenza di interessanti ritorni commerciali non intende effettuare almeno nel breve periodo, investimenti concreti. Una logica imprenditoriale sotto alcuni aspetti condivisibile se non si trattasse di un fondamentale servizio di pubblica utilità, indispensabile per la vita stessa delle imprese. A questo si aggiunge – conclude il comunicato – il fatto che i canoni e le tariffe che vengono corrisposti da chi il servizio lo acquista ma non lo riceve, sono identici a quelle di chi gode effettivamente del servizio”.

Il rilevo dell’associazione di imprenditori richiama alla considerazione del broad band come servizio universale. Un concetto ben noto oltre confine , che il Ministero delle Comunicazioni ha dichiarato di condividere e do vpòer promuovere fissando un traguardo che se tutto va liscio sarà raggiunto, però, non prima del 2011.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
14 set 2007
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