Certificazioni IT? Inutili

Certificazioni IT? Inutili

Un informatico scrive a Punto Informatico dopo aver perso il lavoro, in un ambiente nel quale le competenze valgono poco o, meglio, non valgono niente
Un informatico scrive a Punto Informatico dopo aver perso il lavoro, in un ambiente nel quale le competenze valgono poco o, meglio, non valgono niente

Caro Punto Informatico, ho seguito con passione nei mesi scorsi i vari interventi a riguardo il lavoro e le competenze nel mondo IT. Ti dirò che in molti interventi mi sono rispecchiato, e ho subito anch’io quelli che altri professionisti IT hanno subito o stanno subendo, ma mai mi sarei immaginato di vivere la situazione che mi appresto a raccontarti brevemente.

Immagina di avere 6 persone che lavorano presso una grande azienda (chiamiamola Zeta s.r.l.), e che costituiscono uno dei gruppi più produttivi. Di queste 6 persone, 4 sono dipendenti della società Alpha, e 2 consulenti per la società Beta (che a sua volta ha accordi commerciali con la società Alpha), e tutti non avevano esperienza sul software cui forniscono quotidiana assistenza.

Di questi 2 consulenti, uno ha un anzianità maggiore dell’altro (roba di qualche settimana), l’altro invece ha meno anzianità dell’altro ma maggiori competenze certificate. Dei 4 invece, uno è capogruppo, l’altro è vice, il terzo è stagista, e il quarto è in trasferta. Domanda: se devi ridurre il gruppo da 6 a 5 persone, chi fai fuori? Ovviamente uno dei due consulenti, o meglio in teoria sarebbe opportuno tenersi quello con maggiori competenze, ma nella pratica tieni quello con maggiore anzianità, che è più politically correct, nonostante la maggiore anzianità sia di sole poche settimane.

Io sono proprio quello fatto fuori. E la beffa di tutto ciò è che il gruppo fornisce supporto su un certo software, e io sono l’unico dei 6 che ha una certificazione professionale su quel software. Simpatico no?

Possibile quindi che una certificazione riconosciuta a livello mondiale e ottenuta non con quiz mnemonici ma verificando sul campo problemi complessi e tipici che quell’applicazione può dare, che certifica in definitiva competenze ben specifiche, conti quanto uno strap di carta igienica?

Ma allora, chiunque può fare il medico, o l’ingegnere, o il direttore di banca… O in alternativa, cosa bisogna fare per “passare il guado” ed essere uno di quei tanti deficienti che prendono decisioni su cose che non sanno?

Scusami lo sfogo, ma gradirei tanto un tuo parere o quello dei lettori.
Grazie intanto per il tempo dedicatomi.

Cordialmente
lettera firmata

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Pubblicato il 21 set 2007
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