Rimborso Windows, in Francia è dovuto

Rimborso Windows, in Francia è dovuto

La sentenza del tribunale di Puteaux scalda gli animi: un utente ottiene una sentenza favorevole contro Acer nell'acquisto di un portatile. E' suo diritto ottenere il rimborso della copia di Windows non voluta ma presente sul PC
La sentenza del tribunale di Puteaux scalda gli animi: un utente ottiene una sentenza favorevole contro Acer nell'acquisto di un portatile. E' suo diritto ottenere il rimborso della copia di Windows non voluta ma presente sul PC

È una sentenza che fa rumore quella pronunciata in questi giorni dal Tribunale di Puteaux, in Francia, in cui a trionfare è il diritto di un utente, Antoine G. , di acquistare un personal computer portatile e ottenere il rimborso della copia di Windows e degli altri software non desiderati, ma pagati, che si ritrova sul PC appena acquistato.

L’utente, racconta Le Monde , aveva fatto causa ad Acer che, a suo dire, avrebbe dovuto provvedere al rimborso in quanto il sistema operativo Microsoft e una serie di altri prodotti, come PowerDVD o Norton Antivirus, non potevano essere obbligatoriamente contemplati come parte dell’acquisto.

E il tribunale gli ha dato ragione specificando nella sentenza che la vendita di hardware e quella di software vanno considerate separatamente , persino fatturate a parte, e che quindi tutto il software non desiderato dovrà essere rimborsato.

Accade così, dunque, che su un portatile da 599 euro, l’utente abbia ottenuto il rimborso di circa 135 euro per Windows XP Home, 60 per Microsoft Works, 41 per PowerDVD, 39 per Norton Antivirus e 37 per NTI CD Maker, tutto software di cui non aveva alcun bisogno e che non intendeva pagare. Non solo: il tribunale ha penalizzato Acer di 500 euro per non aver provveduto subito al rimborso e ha imposto all’azienda il pagamento di tutte le spese legali.

A quanto pare, quando l’utente si è messo in contatto con Acer, l’azienda gli aveva proposto un rimborso di 30 euro, una somma inferiore a quanto Antoine G. avrebbe speso per rimandare la macchina al produttore, come richiesto per la “certificazione” della non avvenuta accettazione della licenza di Windows.

Ad applaudire la sentenza sono naturalmente le associazioni dei consumatori, come Aful , secondo cui sebbene vi siano decisioni precedenti sulla materia, questa sarebbe “la prima volta che un giudice approfondisce in questo modo il problema”. Aful d’altra parte sostiene da tempo la separazione netta tra hardware e software in fase di vendita. A detta dell’associazione il problema per molti costruttori è che la vendita di PC “naked”, ossia senza Windows, riduce i loro margini, da qui la resistenza ad alimentare un mercato di questo tipo.

sull’argomento vedi anche:
Notebook, quali diritti per chi compra?
Portatili Dell e rimborsi di Windows
Notebook e Windows pre-installato
Notebook, così mi hanno rimborsato Windows

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 24 set 2007
Link copiato negli appunti