Shhh! Parla Gates

Shhh! Parla Gates

Quasi pensionato di lusso, Bill Gates concede alla stampa la sua visione su Zune, del mercato musicale e condisce il tutto con qualche pillola di strategia Microsoft
Quasi pensionato di lusso, Bill Gates concede alla stampa la sua visione su Zune, del mercato musicale e condisce il tutto con qualche pillola di strategia Microsoft

Le dichiarazioni di Bill Gates rappresentano l’apostrofo rosa fra le strategie Microsoft e le prospettive di una parte consistente del mercato informatico. Durante l’incontro stampa per la presentazione dei nuovi Zune il messianico Bill ne ha approfittato per sottolineare e colorire le nuove mission di BigM.

“Guardalo! (tenendo in mano uno Zune 8 da GB). Tre o quattro anni fa non esisteva niente come questo. Un diavolo di figata. Sto trovando musica che non ho visto in giro per 20 anni. Hai presente Lovin’ Spoonful ? Robe come questa. Ho trovato una delle loro canzoni. L’ho spedita ai miei amici con i quali vivevo in appartamento 30 anni fa. Posso spedirla e dire Vi ricordate quando ascoltavamo questa? . Incredibile”, ha dichiarato Gates a USA Today.

Gates è l’uomo marketing della sua creatura. Sembra un vicino di casa con cui puoi parlare di football, o di quanto fosse divertente Big Sur negli anni ’60. Eppure, nella semplicità delle sue affermazioni si nascondono piccole verità: a volte markettare , a volte più calzanti. “Nei mercati del videogaming e dei lettori MP3, l’esperienza è strettamente correlata ad un meccanismo end-to-end. Abbiamo compreso che questo era ancora più vero nel settore musicale. Quindi abbiamo deciso di utilizzare sui nostri player lo stesso approccio adoperato per Xbox, caricandoci direttamente sulle spalle tutta la responsabilità dell’ecosistema. Di fatto la stessa strategia utilizzata da Apple, per gli iPod”, ha commentato Gates. “Pensiamo nello stesso modo in questo settore, considerando il valore della continuità e dell’innovazione. Quando pensiamo a giochi, video e musica, sappiamo che bisogna essere grandi in ogni comparto e che è fondamentale creare un’unica grande realtà organica”, ha specificato Gates, prendendo ad esempio il mondo Apple.

“Vi sarà un cambiamento, si passerà da una dimensione dispositivo-centrica, o media-centrica, a quella dove l’utente sarà nodo centrale. La questione è che dovunque andrai disporrai della musica… così anche per i giochi, i video e la musica… non dovrai più preoccuparti dei diritti e di altre cose come quelle…”, riporta il Seattle Post Intelligencer .

Ma è sul New York Times che si scopre il fronte comune di Gates con Steve Jobs: convincere le major discografiche a liberare le ali al settore musicale. Microsoft vuole puntare ad una sorta di abbonamento flat che consenta agli utenti di pagare una cifra fissa e scaricare tutto ciò si possa desiderare. Il percorso è arduo ma la trattativa con l’industria discografica è stata avviata.

Il founder Microsoft E Gates in queste ore non ha lesinato battute neanche sull’ultima campagna acquisti di Microsoft, che per 6 miliardi di dollari ha potenziato il proprio reparto commerciale con l’Internet ad-agency aQuantive . Alla domanda sui destini della pubblicità online e dei quotidiani cartacei ha ribadito la stessa vision già espressa da Steve Ballmer. “Con il successo di questi piccoli PC ultra-portatili si leggerà molto di più che sui PC tradizionali e sulla carta stampata. Considerando che pochi ragazzi leggono i quotidiani, è comunque positivo che siano spinti a informarsi in altri modi. Questo è il settore dove gli editori saranno in grado di ottenere un valore aggiunto e l’opportunità di una pubblicità profilata e, speriamo nel tempo, maggiormente remunerativa. Seguire questo obiettivo è una grande sfida per Microsoft”.

Grandi progetti, realizzabili solo con quella che William H. definisce la magia del software. “Abbiamo ragionato in termini di assunzione delle persone giuste, di sviluppo di strumenti avanzati e di creazione di gruppi di ricerca per andare oltre le frontiere”, ha spiegato. “Siamo più forti oggi di quanto siamo mai stati. La nostra dimensione internazionale, il successo dei nostri prodotti, le nostre vendite, i nostri utili, il nostro bilancio e – forse la cosa più importante – il livello dei nostri talenti sono maggiori di quanto siano mai stati in passato”. I competitor sono avvertiti.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
5 ott 2007
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