Autoricariche, la bufera investe TRE

Autoricariche, la bufera investe TRE

Il credito derivante da bonus ottenuti lo scorso anno dovrà essere consumato entro il 2007. Gli utenti a PI Telefonia: è illegale. Si muovono anche le associazioni del consumo. Il carrier si difende: era inevitabile
Il credito derivante da bonus ottenuti lo scorso anno dovrà essere consumato entro il 2007. Gli utenti a PI Telefonia: è illegale. Si muovono anche le associazioni del consumo. Il carrier si difende: era inevitabile

Roma – Una sollevazione popolare. È stata accolta così in rete la decisione di TRE di introdurre una data di scadenza sul credito ottenuto da autoricarica, e sono moltissimi i lettori che hanno scritto a questa redazione mettendo sotto accusa l’azienda, utenti che si sentono defraudati. La situazione è a loro dire intollerabile e per questo da alcuni giorni PI Telefonia ha investito del problema la stessa azienda, che sembra ora voler prendere di petto il problema.

L’operatore ha stabilito che il credito derivante da quelle autoricariche dovrà essere consumato entro fine anno o andrà perduto . I clienti sono stati informati dalla seguente comunicazione inviata via SMS: “Il credito accumulato entro il 31/12/2006 con autoricariche, bonus e ricariche omaggio sarà utilizzabile entro il 31/12/2007. Per info chiami gratis il 4940” . Il provvedimento di TRE riguarda dunque la parte di credito non acquistata dall’utente, ma ottenuta in base a meccanismi previsti contrattualmente, per i quali finora l’utente non era soggetto a scadenza per la sua fruizione, e che un tempo era fruibile per vari servizi (donazioni, adesioni ad opzioni, eccetera) mentre ora è vincolato ad essere utilizzato per chiamate e invio di SMS.

I clienti assistono così alla trasformazione del credito così accumulato in “bonus a scadenza”, un entità che – ha spiegato TRE alla redazione di PI Telefonia – “non rientra nel campo di applicazione del pacchetto Bersani” (che ha eliminato, oltre ai costi di ricarica, anche le scadenze temporali del credito degli utenti prepagati).

Si tratta di una contromisura che l’operatore dichiara di aver adottato per contrastare il fenomeno delle autoricariche fai-da-te, con particolare riguardo a quelle di importo astronomico: una compagnia telefonica fonda la propria sopravvivenza sugli introiti derivanti dai servizi voce e dati erogati al cliente, che ne paga il valore, corrispondente alle tariffe applicate. Se il cliente trova strade gratuite, alternative all’acquisto del credito telefonico – ossia che non generano introiti – l’operatore può trovarsi in difficoltà.

Il limite temporale che TRE ha deciso di stabilire sul credito non acquistato nel 2006 sarà applicato, puntualizza l’azienda, “ai 4mila utenti che hanno ricevuto la comunicazione via SMS”, sottolineando che “coloro che vantano importi elevati (dell’ordine di decine di migliaia di euro, ndr) non hanno sostanzialmente generato traffico nel corso dell’anno”. Per cui esisterebbero utenti che accumulano bonus da autoricarica sulla propria USIM e che ne mantengono il valore fermo, come chi conserva i propri risparmi sotto il materasso. O nella speranza di vedersi applicare, dalla legge Bersani, la regola del diritto a recuperare il credito residuo in caso di recesso, consentendo di trasformarne il controvalore in denaro liquido. Ma, sostiene ora TRE con fermezza, la norma riguarda solamente il credito acquistato e non quello ottenuto da bonus.

I lettori che hanno scritto alla redazione di PI Telefonia lamentano, da parte dell’operatore, una violazione del Codice del consumo, che prevede 30 giorni di preavviso per l’introduzione di variazioni contrattuali, osservando che la trasformazione del credito da autoricarica nel bonus a scadenza è avvenuta senza essere preceduta da alcuna informativa . L’oggetto del contendere è semplice, perché se gli utenti avessero saputo preventivamente che il credito accumulato come bonus sarebbe stato soggetto a scadenza, oggi non avrebbero nulla da obiettare, poiché avrebbero scelto operatore, piano tariffario e relative opzioni con la possibilità di conoscere le condizioni da rispettare. La scelta potrebbe essere stata condizionata proprio dall’assenza di quei limiti ora introdotti, sottolineano gli utenti.

Sulla questione non mancheranno di muoversi le associazioni di difesa del Consumo, che già hanno agito in seguito alle rimodulazioni : il Movimento Consumatori ha infatti richiesto – in via d’urgenza – al Tribunale di Milano di inibire TRE dall’applicare le variazioni annunciate e di restituire le penali già incassate.

“Era necessario andare in causa contro H3G – ha dichiarato Alessandro Mostaccio, responsabile nazionale del settore telefonia del Movimento Consumatori – a tutt’oggi, nonostante la nostra diffida di giugno scorso, i contratti di questa azienda ancora contengono delle clausole in contrasto con la legge Bersani, come quella che prevede il pagamento di penali in caso di recesso”.

“Gli aumenti – prosegue l’associazione in una nota – presumibilmente avvenuti per recuperare i “costi di ricarica” aboliti sempre dalla Bersani bis, sono illegittimi in quanto sono avvenuti senza il “giustificato motivo” richiesto dalla legge”. Quelle che i consumatori definiscono penali – puntualizza però l’operatore – sono in molti casi “gli importi previsti contrattualmente per il riscatto degli apparecchi concessi in comodato d’uso e non acquistati dall’utente”. Quanto alle rimodulazioni, TRE ribadisce il concetto già espresso in occasione della presentazione delle nuove tariffe, ossia l’intenzione di privilegiare gli utenti che utilizzano la propria USIM per generare traffico e non per accumulare credito inutilizzato.

La vicenda proseguirà dunque a livello giudiziario ed è prevedibile che venga sottoposta all’esame delle istituzioni e dell’ Authority TLC .

Dario Bonacina

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Pubblicato il
10 ott 2007
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