2 milioni di dollari per l'oracolo elettronico

2 milioni di dollari per l'oracolo elettronico

Piovono dobloni sull'Universita dell'Arizona, con cui si vorrebbe sviluppare un software capace di prevedere l'imprevedibile. E non è una battuta
Piovono dobloni sull'Universita dell'Arizona, con cui si vorrebbe sviluppare un software capace di prevedere l'imprevedibile. E non è una battuta

Negli Stati Uniti talvolta i finanziamenti per la ricerca non sono un problema. Anche un’idea apparentemente bislacca come quella di creare un oracolo elettronico è in grado di racimolare più di due milioni di dollari. Questa la cifra che ha ricevuto in dote il professor Jerzy Rozenblit della University of Arizona , per sviluppare un software che sia in grado di analizzare eventi politici e militari, e prevederne gli effetti .

Un articolo pubblicato su UA News assicura che l’applicativo sarà in grado di facilitare anche il lavoro degli strateghi che hanno a che fare con criminali, terroristi, gruppi paramilitari e persino fazioni di etnie in lotta. Senza ovviamente dimenticare le applicazioni civili come l’ambito finanziario e quello epidemiologico. Insomma, il super-software avrà una risposta per tutto .

Asymmetric Threat Response and Analysis Project (ATRAP) – così si chiama l’oracolo virtuale – è un complesso set di algoritmi capace di orientarsi fra milioni di dati. In pratica analizzando condizioni ambientali, sociali, politiche, militari e media, secondo Rozenblit, potrebbe esservi modo di… “razionalizzare il Caos”.

Lo scienziato non si nasconde che predire i cosiddetti comportamenti “inaspettati” è impresa ardua, ma a suo parere utilizzando metodi computazionali sofisticati si potrà far fronte ad ogni richiesta in questo senso.

ATRAP si baserà su modelli che hanno a che vedere con algoritmi che analizzano le situazioni in divenire – dove le azioni più probabili gravitano l’una verso l’altra fino ad esprimere una previsione sicura. Gli algoritmi co-evolutivi, invece, analizzano come le azioni di un gruppo di persone influiscano su un altro e le conseguenti operazioni di adattamento e reazione.

“I computer possono occuparsi di set di informazioni veramente complessi, umanamente ingestibili”, ha dichiarato Brian Ten Eyck, il project manager ATRAP. “Il computer può far comparire griglie e connessioni, e prevedere scenari che gli analisti umani non sarebbero in grado di rilevare”.

Un esempio di approccio informatico simile è quello di Deep Blue , il sistemone di IBM che nel 1997 ha sconfitto il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov. “Ogni volta che il suo avversario faceva una mossa, Deep Blue ricalcolava tutte le possibilità e valutava il da farsi per raggiungere la vittoria finale”, ha spiegato Eyck. La differenza rispetto a ATRAP è che le variabili sono molte di più e non riguardano solo due attori e un set di regole ristretto. Il che non è poco, per usare un eufemismo.

Vi sono elementi del codice che gli scienziati che lavorano al progetto non intendono rendere pubblici, non subito almeno. Per questo si prevede di “esternalizzare” porzioni di ricerca a soggetti privati che possano gestire informazioni riservate, cosa che a quanto pare non può accadere all’Università dell’Arizona.

Lo sviluppo dell’ATRAP software vedrà il coinvolgimento anche dell’ Army Battle Command Battle Laboratory in Arizona. “L’obiettivo è di gestire le aree di conflitto in modo che si possa ottenere stabilità senza il bisogno di un intervento militare” ha sottolineato Rozenblit. “Questa è la filosofia che si cela dietro agli sforzi per lo sviluppo dell’ATRAP”.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
19 ott 2007
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