Com'è bello lavorare all'Apple Store!

Com'è bello lavorare all'Apple Store!

Si maschera da appassionato e riesce a farsi assumere in uno shop della mela. E scopre un rapporto coi dipendenti diverso da quello visto altrove. Lo racconta in un libro
Si maschera da appassionato e riesce a farsi assumere in uno shop della mela. E scopre un rapporto coi dipendenti diverso da quello visto altrove. Lo racconta in un libro

Farsi assumere in sequenza in alcune delle più grandi aziende americane, di quelle con la propria catena di distribuzione diretta al pubblico: Gap , Starbucks , UPS , c’è solo l’imbarazzo della scelta. È quanto ha fatto Alex Frankel , già autore di un libro sul marketing delle corporation moderne, nel tentativo di raccontare l’anello di congiunzione tra produttori e consumatori.

Alex Frankel Ecco come Frankel racconta il suo primo giorno all’Apple Store: “Con un paio di cuffiette bianche, mi piazzo davanti al computer a guardare la suggestiva pubblicità di Ridley Scott 1984 , riepilogando la storia dell’azienda e gasandomi per il mio nuovo lavoro”. Frankel, come molti altri dipendenti della catena, è prima di tutto un utente affezionato dei prodotti Mac : una condizione probabilmente indispensabile per trovare posto nell’organico.

Il quadro descritto pone ancora una volta Apple in netto vantaggio sulla concorrenza. A Cupertino hanno “reinventato” pure il commercio al dettaglio , secondo Frankel, e sono riusciti a trasformare i propri venditori in una sorta di dispensatori di notizie : hanno l’aria di chi passeggia per il negozio, senza impegnarsi troppo, ma grazie a questo approccio scanzonato sono in grado di produrre un incasso mensile di quasi 3mila euro per ogni metro quadrato del negozio. Una cifra di gran lunga sopra la media.

Frankel la descrive come la migliore esperienza che abbia fatto in una catena: “Tante compagnie falliscono dal principio nel tentativo di entrare in contatto con i nuovi assunti, utilizzando materiale pensato per il minimo comun denominatore . Gap inizia l’orientamento col piede sbagliato, mostrando un video sui pericoli del furto dei dipendenti. Starbucks con uno slogan orwelliano, Be Authentic “. Apple, invece, si rivolge ai suoi dipendenti come a persone adulte : sono il suo punto di contatto con la clientela, in un certo senso la rappresentano ogni giorno.

Ma per cambiare l’immagine dei dipendenti, ed uniformarla a quella che si vuole dare all’azienda, occorre impegnarsi anche a trovare nuovi strumenti per l’addestramento: largo quindi a podcast audio e video che istruiscono sull’approccio al cliente per migliorare la sua permanenza nello store . L’importante è rendersi conto che occorre insegnare ai commessi come veicolare, oltre al prodotto, anche l’immagine di Apple. Che nell’acquisto dei prodotti marchiati con la mela, conta davvero tanto.

Chiunque sia capitato in un Apple Store può testimoniarlo: fare shopping lì è una esperienza piacevole. I dipendenti collaborano tra di loro, dando l’immagine di un gruppo coeso e vincente. Non c’è tempo per perdersi dietro abbigliamento e divise: si respira un’aria informale, si chiacchiera del più e del meno mentre si procede all’acquisto, e infine si esce dal negozio soddisfatti e contenti. Con un gran voglia di tornarci . E magari comprare qualcos’altro.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
23 ott 2007
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