Altroconsumo: sì all'iPhone in italia, ma...

Altroconsumo: sì all'iPhone in italia, ma...

L'associazione delinea lo scenario italiano in cui dovrebbe muoversi il music-phone di Apple
L'associazione delinea lo scenario italiano in cui dovrebbe muoversi il music-phone di Apple

Milano – Non è ancora possibile sapere quando iPhone arriverà in Italia. Spenti (almeno per ora) i riflettori su un possibile sbarco con TIM , a meno di annunci sorprendenti, il melafonino potrebbe mancare la tappa natalizia e arrivare più avanti, magari con l’assai desiderato modello 3G. “Bello e desiderabile lo è di sicuro – evidenzia Altroconsumo , ma non mancano le pecche”.

“Pecche” di vario tipo che l’associazione non esita ad evidenziare, a cominciare da quelle di carattere commerciale: “Prima fra tutte è il fatto che questo concentrato di tecnologia venga distribuito con un blocco , cioè ha un SIM lock, una sorta di lucchetto che impedisce al dispositivo di funzionare con un operatore telefonico diverso da quello con cui il colosso di Cupertino ha stretto accordi. Negli Stati Uniti funziona solo con la rete di AT&T: il blocco dura due anni. Non mancano i tentativi – riusciti – di togliere i lucchetti e farlo funzionare con altri gestori. Spopola su YouTube il video-denuncia di un ragazzo che prende a morsi il SIM lock di iPhone. E pare che gli ultimi sforzi di Apple si siano concentrati nella messa a punto di sistemi sempre più potenti ed efficaci nel proteggere il software e l’esclusiva”.

Esclusiva che comunque rimane un tratto comune di tutte le partnership siglate da Apple anche in Europa, con O2 (in Gran Bretagna), T-Mobile (Germania) e Orange (Francia). In Italia, fino alla scorsa settimana, il partner in pectore sembrava dover essere TIM, ma la questione che riveste interesse per i consumatori non è con chi , ma come iPhone sarà introdotto nel mercato italiano.

“Non sono stati ancora resi noti i termini dell’accordo con Orange” osserva Altroconsumo, che sottolinea: “I nostri cugini d’Oltralpe hanno una legislazione simile alla nostra sulla vendita di prodotti legati a un servizio. In attesa di capire con quale tipo di abbonamento sarà venduto in Francia, l’Arcep (l’Autorità francese delle comunicazioni) ha dichiarato che è un diritto del consumatore, sei mesi dopo l’acquisto di un apparecchio, di chiedere all’operatore di “sbloccarlo”. In questo caso il gestore non può opporsi “.

“Dal canto nostro – considera ancora l’associazione – chiediamo che la futura e, a quanto pare, prossima commercializzazione in Italia dell’iPhone avvenga nel pieno rispetto delle leggi nazionali, delle delibere del Garante delle Comunicazioni e dei diritti dei consumatori. L’Agcom ha infatti sancito che non solo il SIM lock non può durare più di 18 mesi ma che, se si vuole vendere un apparecchio bloccato, questo avrà un prezzo molto più basso rispetto al suo prezzo pieno. In altre parole, sì al blocco ma solo in cambio di un sussidio sul prezzo, un consistente sconto (una prassi, quest’ultima, applicata per politica commerciale da TRE , ndr). Altrimenti il consumatore rinuncerebbe alla propria libertà in cambio di nulla”.

Ma “c’è di più” incalza Altroconsumo: “La legge Bersani ha stabilito che il consumatore, in caso di obbligo contrattuale di un certo numero di anni, ha diritto di recesso in qualunque momento, sottolineando che non è possibile far pagare una penale giustificata dai costi che l’operatore è costretto a sostenere in questi casi”. E si entra ora nella sfera regolatoria comune a quella in vigore nel mercato francese: “Esiste poi l’obbligo di vendere un apparecchio, e l’iPhone non dovrà fare eccezione, sia nella versione “bloccata” sia in quella “sbloccata” , ovviamente con prezzi differenti. Il livello di guardia è ancora più alto perché Apple detiene il 75% del mercato dei lettori di musica digitale. Inoltre ha un sistema chiuso a terze parti (che è già sotto indagine in Francia) e di conseguenza comincia a farsi concreto il rischio che possa estendere la sua posizione dominante nel mercato degli apparecchi integrati (lettori di musica-telefonino-smartphone). Se poi in Italia dà l’esclusiva a un operatore come Tim/Telecom, che è già stato notificato per la sua notevole forza di mercato, potrebbero esserci dei seri pericoli di tipo concorrenziale”.

I fattori con cui fare i conti non sono pochi. Ma indubbiamente (Orange docet), per portare in Italia il proprio music-phone, Apple adotterà tutte le misure necessarie per non perdere uno dei mercati che – nel mondo – vanta un elevatissimo tasso di penetrazione della telefonia mobile.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
25 ott 2007
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