L'ideona: scarica musica senza fruirne

L'ideona: scarica musica senza fruirne

Il colpo di genio l'ha avuto Supertracks che, dopo il warning delle majors della discografia, ritiene di poter far scaricare musica ai propri utenti senza che questi ne possano fruire liberamente. In pratica è Napster al contrario
Il colpo di genio l'ha avuto Supertracks che, dopo il warning delle majors della discografia, ritiene di poter far scaricare musica ai propri utenti senza che questi ne possano fruire liberamente. In pratica è Napster al contrario


Web – Tra gli effetti delle pressioni dell’industria discografica sui servizi di distribuzione musicale online da qualche ora si colloca anche l’ultima “trovata” di Supetracks.com.

L’azienda ha annunciato di essere sul punto di lanciare un servizio che consentirà agli utenti di scaricare sui propri computer molti file musicali selezionati dal sistemone. Musica che però l’utente non potrà condividere con altri né ascoltare a proprio piacimento, dovendo rispettare i tempi e l’ordine di ascolto imposto dal servizio stesso.

Secondo Supetracks, il suo servizio BridgePort “risolve i problemi della diffusione di musica online con una nuova architettura: fornisce musica in un unico file ‘sicuro’ che può essere ascoltato ogni volta che viene ‘richiamato’ dalle playlist di Supetracks e solo così è possibile fruirne”.

L’idea del Napster al contrario è evidentemente quella di evitare che la musica scaricata possa essere scambiata tra utenti senza controllo o addirittura “suonata” senza la giusta “autorizzazione”. Due forzate limitazioni che rischiano di rendere l’intero progetto decisamente poco interessante per l’utente che, per fruirne, deve comunque scaricarsi un grosso file che non ha però la libertà di gestire.

Secondo Supertracks, il plus del servizio è la qualità della riproduzione e la possibilità per chi vuole distribuire musica online, come le radio cyber, di farlo senza avere problemi di diritto d’autore e di rapporti con le case discografiche. Il “minus” è nel costo, 15 dollari all’anno il canone per ogni utente, indipendentemente dalla “quantità” di musica ascoltata. Se ne sentirà parlare ancora?

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Pubblicato il
22 feb 2001
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