Manhunt 2, un hack rivela la violenza

Manhunt 2, un hack rivela la violenza

La versione edulcorata del videogame che sbarca sul mercato americano in realtà contiene ancora tutti i materiali adults-only. Basta smanettarci sopra. Nuovi imbarazzi per i produttori e nuovi spazi per i censori
La versione edulcorata del videogame che sbarca sul mercato americano in realtà contiene ancora tutti i materiali adults-only. Basta smanettarci sopra. Nuovi imbarazzi per i produttori e nuovi spazi per i censori

Oggetto di polemiche planetarie, l’atterraggio di Manhunt 2 sul mercato americano è funestato in questi giorni da una scoperta che sta imbarazzando non poco i produttori: i contenuti più violenti del videogioco, rimossi su richiesta della censura statunitense, sono in realtà ancora accessibili, basta smanettare nel titolo “edulcorato” per trasformarlo nell’epopea gore che avrebbe dovuto rappresentare fin dall’inizio.

Un'immagine del gioco Della cosa stanno comprensibilmente parlando tutti , sebbene certo non sia la prima volta che un hack riveli porzioni invisibili di videogioco, questa volta legate alle violenza, in passato collegate a sesso e nudità . Il problema? In entrambi i casi i distributori del gioco sono quelli di Take-two Interactive.

Negli USA, pur di riuscire a rientrare nei parametri della classificazione “US Mature” ed uscire dal ghetto di quella “Adults Only”, i produttori avevano fatto ricorso ad un oscuramento dei materiali più raccapriccianti che, stando ad Associated Press , possano essere però rivelati con un hack i cui particolari non sono ancora stati diffusi.

Quel che è certo, però, è che questa “opzione nascosta” non piacerà all’ente di classificazione dei videogiochi negli Stati Uniti, che potrebbe a questo punto essere molto più severo nel decidere la riclassificazione del titolo, già boicottato , come noto, tanto nel Regno Unito quanto in Italia proprio per i suoi contenuti.

D’altra parte, proprio in seguito al disvelamento di immagini e aspetti dei videogame già introdotti sul mercato ma non dichiarati in origine dai produttori, la commissione censura statunitense aveva avvertito che, se simili problemi si fossero ripresentati, avrebbero potuto piombare sugli sviluppatori sanzioni severe . Si vedrà: la battaglia, che si credeva chiusa, rimane aperta.

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Pubblicato il 5 nov 2007
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