Italia, ingannevoli le promesse di PS3

Italia, ingannevoli le promesse di PS3

Non è retrocompatibile con i vecchi giochi e Sony in certi spot non lo ha spiegato con chiarezza. Lo ha stabilito l'Antitrust in una sentenza che potrebbe rappresentare un precedente
Non è retrocompatibile con i vecchi giochi e Sony in certi spot non lo ha spiegato con chiarezza. Lo ha stabilito l'Antitrust in una sentenza che potrebbe rappresentare un precedente

Quanti i gamer che hanno acquistato Playstation 3 nella speranza di poter fruire del parco titoli che giravano sulle console precedenti di casa Sony? Il colosso del gaming è stato condannato dall’Antitrust italiana a pagare una multa di 48600 euro, irrogata per aver diffuso messaggi pubblicitari ingannevoli riguardo alla retrocompatibilità del prodotto.

Playstation 3 Il presidente di Sony Europe era stato esplicito in merito, chiarendo che le console distribuite sui mercati di Europa, Africa e Australia non avrebbero garantito la piena retrocompatibilità. Non altrettanto chiari erano stati Sony, e gli operatore pubblicitari di Media World e Trony, che avevano diffuso messaggi pubblicitari nei quali era stato sottaciuto il problema della compatibilità con i giochi delle console precedenti.

Oggetto del contendere erano dei volantini distribuiti a scopo promozionale presso le catene Media World e Trony: si spendevano elogi per descrivere le doti di PS3, ma non era citato in alcun modo il neo dell’incompatibilità. Altresì sospetti uno spot pubblicitario teaser andato in onda su Canale 5 e un comunicato che sul sito di Mediaworld illustrava ai netizen le meraviglie della console.

Altroconsumo a marzo aveva denunciato la violazione al Garante della Concorrenza e del Mercato: i comunicati avrebbero potuto alimentare delle aspettative presso i consumatori, aspettative che sarebbero state poi disattese dal malfunzionamento della console nel gestire titoli non esplicitamente sviluppati per PS3. Un’omissione, quella dei comunicati pubblicitari, aggravata dalla sproporzione tra il numero di giochi in vendita per le versioni precedenti di Playstation e il limitato parco titoli destinato a PS3.

L’autorità ha espresso il suo parere in materia: i messaggi pubblicitari relativi alla nuova versione di Playstation ” indicata con il numero progressivo “3” oltre che con affermazioni tese ad evidenziare le sue migliorie (…) sono idonei a ingenerare nei destinatari l’idea che il prodotto rappresenti un’evoluzione di precedenti versioni, per ciò solo in grado di garantire un’assoluta retrocompatibilità con i giochi già in commercio”. Il messaggio pubblicitario, ha stabilito il garante, è ingannevole nel momento in cui non avverte l’utente della necessità di verificare la retrocompatibilità della console.

È per questo motivo che l’autorità ha stabilito che Sony e gli operatori che gestiscono la pubblicità per Media World e per Trony debbano pagare multe rispettivamente di 48600 euro, 28600 euro e 18600 euro.

La decisione del Garante della Concorrenza e del Mercato sembra aprire la strada ad una comunicazione pubblicitaria più trasparente. Nella decisione dell’Antitrust si spiega infatti che “in settori, come quello dei giochi elettronici, caratterizzati da un alto livello tecnologico, un’informazione completa ed esauriente circa possibili limiti di utilizzo appare atteggiarsi come oggetto di un obbligo informativo minimo a carico degli operatori pubblicitari, sin dal primo contatto pubblicitario.” Un obbligo informativo che non vale soltanto nell’ambito di videoludica e console: chi immetterà sul mercato un prodotto elettronico, senza esplicitare le sue caratteristiche di compatibilità, rischia di essere soggetto alla sanzione comminata dall’autorità garante, e di dover rimborsare i cittadini tratti in inganno dal comunicato pubblicitario.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
14 nov 2007
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