Potter, la mamma di Harry s'arrabbia online

Potter, la mamma di Harry s'arrabbia online

L'affermata scrittrice inglese prima esalta e poi trascina in tribunale un sito web dedicato all'universo del suo popolare maghetto. Motivo del contendere la trasformazione del sito in libro. E il fair use?
L'affermata scrittrice inglese prima esalta e poi trascina in tribunale un sito web dedicato all'universo del suo popolare maghetto. Motivo del contendere la trasformazione del sito in libro. E il fair use?

La guerra del copyright non fa sconti a nessuno, arruolando persino i poteri magici scaturiti dalla prolifica penna di J.K. Rowling: l’autrice di una delle saghe narrative più vendute di sempre – Tolkien a parte – è partita alla carica contro gli autori del sito web The Harry Potter Lexicon , enciclopedia tematica amatoriale sull’universo fittizio di Potter e compagnia. La scrittrice, alleatasi per l’occasione con la major Warner Brothers – produttrice degli omonimi film sul maghetto – non contesta tanto il sito quanto l’avventura commerciale come libro a stampa che sarebbe dovuta iniziare di qui a breve per i tipi della RDR Books .

“Non è ragionevole – avrebbe detto la Rowling in merito al libro tratto da HPL – o legale, per nessuno, fan o chiunque altro, prendere il duro lavoro di un autore, riorganizzarne i personaggi e le trame, e vendere il tutto per il proprio guadagno commerciale. Sebbene più di una persona sostenga di amare il lavoro di qualcun altro, tale lavoro non diventa per questo una sua proprietà da mettere in vendita”.

Affermazioni dure e in perfetto “legalese”, molto diverse da quanto ebbe a sostenere la scrittrice sul suo portale ufficiale a proposito dello stesso HPL : “È un sito talmente grandioso, sono stata vista in un Internet cafè perché vi cercavo un fatto – scrive Rowling – anziché entrare in una libreria ed acquistare una copia di Harry Potter. È un sito web per gli ossessivi pericolosi; la mia casa naturale”.

HPL è nato nel 2000 dall’iniziativa di Steve Vander Ark, librario di scuola media e fan sfegatato di Harry Potter che col tempo ha saputo costruire una delle più apprezzate fonti di informazione sull’universo narrativo del mago adolescente , fregiandosi, tra le altre cose, di aver messo online la prima timeline non ufficiale di tutti gli eventi narrati dalla Rowling.

I dissapori tra scrittrice e fansite sono però iniziati quando il Ark ha stretto un accordo con l’editore RDR, per la pubblicazione di una versione cartacea della sua Potterpedia . Lo scontro ha infine portato all’ingiunzione di un giudice federale americano nei confronti dell’editore, che non potrà pubblicare il libro incriminato fino alla conclusione delle dovute valutazioni da parte della corte.

In realtà, lo scontro tra scrittrice e librario parrebbe avere radici molto più pratiche e fattuali di quanto sembri ad una prima lettura: la Potterpedia di Vander Ark sarebbe sostanzialmente uno scomodo avversario commerciale dell’enciclopedia potteresca che la stessa Rowling sta scrivendo. Vander Ark sta sì provando a “fare milioni di dollari sulle spalle della creatività della signora Rowling” come sostengono i legali di quest’ultima, ma la motivazione di fondo è che un libro scritto da fan per fan potrebbe in teoria privare la già ricchissima impresa-Potter di una fetta sostanziosa di nuovi guadagni.

“La notiziona dal mondo di Harry Potter non è che Albus Silente sia gay – scrive qualcuno – La vera notizia è che J.K. Rowling è avida”. Ed è poi una cosa tutta da provare , l’illegittimità legale della Potterpedia del librario, in virtù delle tante e ben note pubblicazioni commerciali che traggono la liceità della propria esistenza dalla disciplina statunitense dell’equo utilizzo, o fair use che dir si voglia. Fair use che, come indicato da importanti osservatori del mercato dei contenuti, vale molto più del copyright per l’economia, il lavoro e l’intera società americana.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 15 nov 2007
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