Canone RAI, la RAI sfugge

Canone RAI, la RAI sfugge

RAI scarica sull'Agenzia delle entrate l'incombenza di rispondere ad ADUC. La risposta verrà resa nota non appena perverrà. Nel frattempo la Cassazione semplifica per il cittadino le procedure per contestare il pagamento del canone
RAI scarica sull'Agenzia delle entrate l'incombenza di rispondere ad ADUC. La risposta verrà resa nota non appena perverrà. Nel frattempo la Cassazione semplifica per il cittadino le procedure per contestare il pagamento del canone

Si imbatte nell’ennesima, fumosa risposta la crociata portata avanti da ADUC per capire chi, come, quanto e quando deve pagare il canone RAI.

Canone per le aziende ? Canone solo per i privati cittadini che possiedono un apparecchio televisivo tradizionale? Canone per chi dispone di un videocitofono ? ADUC aveva interpellato la RAI con una raccomandata, minacciando di portarla in giudizio qualora non avesse ottenuto una risposta capace di diradare i dubbi dei consumatori. Giunge ora la replica dalla RAI. L’azienda si è limitata a inoltrare la richiesta di ADUC all’ Agenzia delle Entrate inviando all’Associazione i migliori saluti e l’assicurazione di “rendervi noti i termini della risposta non appena perverrà”.

Per ottenere chiarimenti non sono bastati scioperi della fame e inchieste che analizzassero e confrontassero il ventaglio di risposte contrastanti emesse da centralini e URP delle istituzioni. A dirimere la situazione potrebbe non bastare nemmeno l’Agenzia delle Entrate: si era già espressa sulla vicenda su queste pagine senza peraltro fornire un chiarimento definitivo.

Rimane quindi tutta da chiarire anche la questione del canone per le imprese. “Da una parte la RAI pretende spavaldamente il canone anche per il computer da milioni di famiglie e cittadini privati – ha commentato Pietro Yates Moretti per ADUC – dall’altra, quando non si tratta di cittadini privati, ma potenzialmente di milioni di aziende, la RAI non è poi così sicura, e scarica la domanda bollente su altri.”

ADUC sembra ancora disposta a pazientare, ma “fra un po’ saremo costretti a rivolgerci alla magistratura per avere una risposta – si legge nella nota emessa dall’associazione, che ricorda come la raccomandata inviata a RAI fosse di fatto una messa in mora – sembra assurdo, ma per sapere se e come pagare una tassa, è necessario rivolgersi ad un giudice.”

Una risposta esplicita è giunta invece dalla Cassazione civile a sezioni unite, con sentenza 24010 del 20 novembre. Una sentenza accolta con clamore da ADUC perché tra gli effetti della sentenza vi è il fatto che l’autorità giudiziaria da adire qualora il cittadino volesse contestare il pagamento del canone è la commissione tributaria della propria provincia . Una procedura più snella e meno dispendiosa rispetto a quella fin qui accessibile, ovvero il ricorso in via esclusiva presso il Tribunale di Torino.

“Alle varie letterine minacciose e arroganti che la RAI invia a casa anche di coloro che non devono pagare questa tassa, si può fare ricorso con più facilità e costi accessibili e commisurati” ha spiegato l’Associazione.

ADUC ringrazia: la sentenza è stata emessa dalla Cassazione in seguito ad un appello della RAI che contestava la legittimità di un ricorso presentato da un cittadino italiano ad un giudice di pace. “Crediamo che la RAI in questa occasione, per voler strafare e mostrare tutta la potenza dei suoi artigli, si sia data un colpo di martello in testa da sola – commenta in una nota il presidente di ADUC Vincenzo Donvito – ha voluto dimostrare di avere dalla propria, oltre alla forza, anche il diritto. Il Diritto è arrivato.” E gioca a favore del cittadino.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 27 nov 2007
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