Hollywood fa le smorfie alla TV digitale

Hollywood fa le smorfie alla TV digitale

Le majors vogliono bloccare anche la TV digitale o, meglio, asservirla ai loro interessi. Quel che si decide negli USA varrà per mezzo mondo. Consumatori in armi
Le majors vogliono bloccare anche la TV digitale o, meglio, asservirla ai loro interessi. Quel che si decide negli USA varrà per mezzo mondo. Consumatori in armi


Washington (USA) – L’industria dei media potrebbe presto ottenere una grande e importante vittoria negli USA alle spese, come sempre più spesso accade, della libertà di scelta di utenti e consumatori.

L’House Commerce Committee ha infatti presentato la bozza di una nuova normativa di legge che propone di integrare in tutti i decoder per la TV digitale (DTV) una tecnologia anticopia. E’ facile prevedere come questa legge americana, in caso di approvazione, potrebbe influenzare da vicino le scelte legislative di molti altri paesi, fra cui l’Italia. C’è già chi trema, se non fosse che la TV digitale, almeno per quanto riguarda il nostro paese, sembra ancora sguazzare non molto allegramente nella fanghiglia dell’incertezza.

Con questa proposta, la Federal Communications Commission (FCC) intende stilare delle specifiche in base alle quali tutti i ricevitori DTV siano in grado di riconoscere quali programmi possono essere copiati per uso domestico e quali no. La bozza di legge prevede che entro il primo gennaio 2006 tutti i decoder BTV sul mercato debbano soddisfare questo requisito.

L’applicazione di uno schema di protezione ai contenuti trasmessi attraverso la TV digitale è fortemente appoggiato dai colossi di Hollywood, i quali temono che l’alta qualità permessa dalla DTV unita ai nuovi strumenti di compressione video a disposizione degli utenti possano favorire a dismisura la ridistribuzione illecita, attraverso Internet, di contenuti coperti da copyright.

Imbizzarrite com’è ovvio le associazioni americane dei consumatori che, attraverso siti come Digitalconsumer.org , hanno aspramente criticato la proposta definendola “contro i consumatori” e spiegato che al momento non esiste nessuna tecnologia capace di proteggere gli interessi dei fornitori di contenuti e, nel contempo, il diritto dei consumatori a registrare in privato i propri programmi TV preferiti.

Il rischio – sostengono le associazioni dei consumatori – è dunque quello che questa legge possa portare con sé “drastiche e inaccettabili limitazioni” alle abitudini maturate dai consumatori dalla nascita del videoregistratore ad oggi.

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Pubblicato il 23 set 2002
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