P2P, Washington prepara il regalino di Natale

P2P, Washington prepara il regalino di Natale

Una nuova proposta di legge bipartisan si appresta a rendere ancora più ficcante il contrasto delle infrazioni al diritto d'autore. Parole chiave: pene più pesanti, mano più libera per i cybercops e via di questo passo
Una nuova proposta di legge bipartisan si appresta a rendere ancora più ficcante il contrasto delle infrazioni al diritto d'autore. Parole chiave: pene più pesanti, mano più libera per i cybercops e via di questo passo

Washington – Agenzie specializzate, pene più severe e ancora soldi, tanti soldi. Manca solo la licenza di uccidere ma per il resto c’è davvero tutto nelle 69 pagine del piano Prioritizing Resources and Organization for Intellectual Property Act (o PRO IP Act), proposta di modifica all’attuale normativa americana sul copyright presentata questo mercoledì nella Camera dei Rappresentanti da esponenti Democratici e Repubblicani assieme. Una vera e propria convergenza tra gli estremi della politica USA, che ritrovano l’accordo quando si tratta di rendere ancora più potente la già potentissima lobby dell’industria dei contenuti .

Prendendo ispirazione dalla recente decisione sulla legittimità della megamulta di 222mila dollari per i 24 brani condivisi da Jammie Thomas, i Reps hanno deciso che la guerra attualmente in atto tra produttori di contenuti e resto del mondo dev’essere condotta a tutto vantaggio dei primi. In tale ottica, il PRO IP Act contiene tutta una serie di misure tese a facilitare il contrasto legale alla pirateria della proprietà intellettuale.

Tra le misure più significative previste dalla legge si contano: multe ancora superiori a quelle fin qui comminate , la cancellazione della condizione per cui chi, di propria volontà, infrange il copyright distribuendo materiale del valore di oltre 1.000 dollari, viene considerato un criminale vero e proprio solo dopo aver distribuito 10 lavori protetti in 180 giorni, e inoltre una possibilità ancora più estesa di sequestrare e mettere all’asta qualunque componente hardware sia stato usato per “facilitare” un crimine contro la proprietà intellettuale online.

Ma la vera ciliegina sulla torta della proposta è l’istituzione del White House Intellectual Property Enforcement Representative , o WHIPER , ennesimo organo della già tentacolare burocrazia del governo federale che sarà alle dirette dipendenze del presidente degli Stati Uniti . Il WHIPER avrà il compito di creare un “piano strategico” grazie al quale identificare gli utenti coinvolti nel traffico di materiale piratato, istituire rapporti per il Congresso e le ambasciate di tutto il mondo e consigliare sulla questione copyright il capo di stato.

Il direttore del WHIPER, scrive Declan McCullagh, si troverà nella condizione privilegiata di gestire un potere enorme , potendo condizionare in maniera diretta il presidente ed esprimendo in prima persona opinioni di peso sugli argomenti inerenti al lavoro dell’apparato. Non bastasse, il fortunato avrà lo stesso stipendio da nababbo già garantito al Procuratore Generale e al Segretario della Difesa, circa 190mila dollari (stime 2007).

Interessato dalla riforma anche il Dipartimento di Giustizia, che vedrà nascere al proprio interno una sezione tutta nuova per la persecuzione dei crimini sulla proprietà intellettuale chiamata “Intellectual Property Enforcement Division”, a cui saranno garantiti fondi minimi annuali per non meno di 25 milioni di dollari.

Gli esponenti dell’industria dei contenuti si dicono ovviamente entusiasti : “Credo che la comunità di business americana possa parlare con una sola voce oggi, in supporto a questi sforzi legislativi per proteggere la proprietà intellettuale”, ha dichiarato il sempre diplomatico grand commis di MPAA Dan Glickman. Il manager si dice deliziato di questo “sforzo concreto” del Congresso nel contrastare un problema in crescita costante, e dà la totale disponibilità della sua organizzazione a fare da consigliera per i deputati impegnati sulla questione.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
7 dic 2007
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