IFPI e FIMI bacchettano Tiscali per Kazaa

IFPI e FIMI bacchettano Tiscali per Kazaa

Ma il provider non ci sta e si difende. L'accusa è di collaborare con il nemico delle majors, il produttore del software p2p utilizzato da decine di milioni di appassionati in tutto il mondo. Stupore da entrambe le parti
Ma il provider non ci sta e si difende. L'accusa è di collaborare con il nemico delle majors, il produttore del software p2p utilizzato da decine di milioni di appassionati in tutto il mondo. Stupore da entrambe le parti


Roma – “Sono scioccato – ha dichiarato il presidente e CEO di IFPI Jay Berman – dal fatto che Tiscali, una società che ospita servizi on-line legali, possa pensare che entrando in affari con un servizio non autorizzato come KaZaA, si possa promuovere lo sviluppo di un mercato legale di musica on line. In realtà accade l’esatto contrario, e cioè che, sostenendo KaZaA, Tiscali sta minacciando la diffusione dei servizi legittimi on line, ed è molto importante che ciò venga compreso dai service provider di tutto il mondo”. Queste le pesanti accuse che ieri sono piovute su Tiscali da uno dei più importanti organismi associativi dell’industria discografica internazionale.

Il riferimento, come già sanno i lettori di Punto Informatico, è alla partnership stretta da Sharman Networks, editore di Kazaa, con Tiscali, di cui si è data notizia ieri .

Secondo Berman la situazione è grave e la visione di Tiscali è sbagliata. “Quanto afferma Tiscali – ha dichiarato il CEO della IFPI – e cioè che questo accordo è un importante passo per la creazione di un mercato legale è completamente illogico. Il prezzo che Tiscali è disposto a pagare per incoraggiare i consumatori ad adottare questi servizi a banda larga andrà a discapito di chiunque lavori nell’ambito musicale e, senza il loro consenso: dai compositori agli editori, dai musicisti agli artisti e alle case discografiche che hanno investito in quelle registrazioni. L’industria discografica è già in causa contro KaZaA e noi crediamo che i tribunali confermeranno che questo è un commercio pirata”.

Sulle accuse della IFPI ci ha messo il carico da novanta anche la FIMI, la Federazione Industria Musicale Italiana, il cui direttore generale, Enzo Mazza, ha dichiarato: “È sorprendente la mossa di un azienda famosa come Tiscali che si lascia coinvolgere in un’operazione di dubbia utilità da un’impresa come Kazaa, che sta favorendo la pirateria internet su larga scala”.

Ma Tiscali, con cui Punto Informatico ha parlato nel pomeriggio di ieri, non ha alcuna intenzione di accettare le accuse e difende invece a spada tratta la propria posizione. Ecco come.


Mario Mariani, Senior Vice President Media & Access di Tiscali, difende l’azienda su tutta la linea, spiegando che l’accordo commerciale è del tutto legittimo, non essendo Tiscali peraltro tenuta a pronunciarsi sull’illegalità o meno delle attività di Kazaa.

“Il nostro – ha spiegato Mariani a Punto Informatico – è un deal di distribuzione. Ma va sottolineato che non siamo certo stati noi i primi provider europei molto noti ad aver promosso i propri servizi broadband attraverso Kazaa. Io ne conto almeno sei, nell’ultimo anno, quindi la critica che ci è stata rivolta mi sembra fuori luogo”.

Sulla possibilità che Tiscali stia aiutando un sistema che consente secondo i discografici scambi illegali di musica, Mariani ha tenuto a precisare quanto Tiscali sia distante da operazioni di quel tipo. “Noi – ha affermato – abbiamo dimostrato nell’ultimo anno di essere i pionieri della musica legale su internet, con un accordo con la casa di produzione di Peter Gabriel, per esempio. Il fatto è che la domanda è gigantesca ma l’offerta non è adeguata alla domanda, perché le majors non hanno ancora preso decisioni soddisfacenti per il consumatore su temi centrali, come quello della portabilità della musica o il libero utilizzo dei file scaricati”.

Secondo Mariani presentare l’offerta dei servizi Tiscali anche agli utenti dei sistemi p2p come Kazaa significa promuovere i servizi legali. “Agli appassionati – ha spiegato – possiamo proporre qualcosa di nuovo, di qualità, che ad un prezzo accettabile può attirare il loro interesse. Mi pare una critica esagerata” quella dei discografici.

Ma l’attenzione di Tiscali per Kazaa è prima di tutto giustificata dall’esigenza del provider di promuovere i propri servizi broadband. La banda larga è infatti al centro degli interessi di chi fa largo uso della rete, esattamente come molti utenti dei sistemi di condivisione. “Il p2p – ha sottolineato Mariani – è indubbiamente il principale driver del broadband, gli utenti p2p stanno tutti passando al broadband, e io preferisco che questi utenti si abbonino ai servizi di Tiscali piuttosto che a quelli degli altri”.

Mariani è anche scettico sul senso delle iniziative contro il peer-to-peer che arrivano da molte parti. “Il p2p – ha affermato – è un fenomeno che esiste, che non si può fermare. Può invece convenire cavalcarlo per cercare di portarlo verso ambiti di legittimità. Inutile cercare di fermare tutto questo, è come voler chiudere i newsgroup o cose di questo tipo”.

Il prossimo 2 dicembre un tribunale americano dovrebbe pronunciarsi sull’illegalità o meno del sistema Kazaa.

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Pubblicato il
25 set 2002
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