Negli USA l'evangelismo del broadband

Negli USA l'evangelismo del broadband

di P. De Andreis. Qualcuno crede che qualche effetto speciale, bei film a pagamento e della musica in streaming possa convincere le famiglie a comprare banda larga. C'è addirittura un appello del Governo americano
di P. De Andreis. Qualcuno crede che qualche effetto speciale, bei film a pagamento e della musica in streaming possa convincere le famiglie a comprare banda larga. C'è addirittura un appello del Governo americano


Roma – Colpisce l’appello rivolto dal Dipartimento del Commercio americano ai produttori di contenuti e alle società di telecomunicazione affinché trovino il modo di convincere gli americani a rivolgersi alla banda larga, un servizio disponibile diffusamente negli Stati Uniti ma ancora non abbracciato dalla grande maggioranza della popolazione.

Il Ministero, che ha l’urgenza di sollecitare lo sviluppo di un settore così cruciale per l’andamento economico statunitense, in uno studio che ha appena pubblicato afferma che le famiglie americane non vedono una ragione “vera” per pagare quei dollari in più che servono per abbonarsi a servizi internet a banda larga.

Quel che colpisce sono i suggerimenti contenuti nell’appello: stimolate le famiglie proponendo giochi, film e musica. Tutti contenuti che secondo il Dipartimento possono spingere anche i pater familias meno aggiornati a cedere alla tentazione e portare sul computer quello che hanno già in televisione, però con qualche feature in più.

La verità è che i servizi a pagamento non tirano, non tira il video-on-demand, non convince la musica in streaming, non piacciono abbastanza videogiochi stiracchiati pensati per frugare nel portafoglio delle famiglie.

La dura verità è che il più grande generatore di traffico su internet per l’utenza domestica è stato per molti mesi Napster e oggi sono le grandi reti del peer-to-peer, della condivisione di file su internet. Reti che hanno un successo direttamente proporzionale alla capacità di offrire accesso a contenuti gratuiti, contenuti che sono gratuiti, tra l’altro, solo quando circolano su internet. Il fatto che secondo i produttori di musica e di cinema quelli siano contenuti rubati non ha alcuna influenza sugli utilizzatori del p2p, anzi le grane legali causate a chi produce software p2p non fanno che aumentare la loro popolarità.

Oggi si calcola che siano scambiati attraverso queste reti ogni giorno quasi il doppio dei file che venivano scambiati nel momento d’oro di Napster, quando il sistemone di file-sharing era utilizzato da 60 milioni di utenti in tutto il mondo…

Non si può che augurare il meglio a chi negli USA e altrove è impegnato nel cercare di convincere le famiglie ad acquistare il broadband. L’impressione, però, è che non basti qualche effetto speciale per convincere a spendere di più famiglie già messe alla prova dalle conseguenze della recessione internazionale.

Paolo De Andreis

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
25 set 2002
Link copiato negli appunti