Presidenti grazie a un solo SMS

Presidenti grazie a un solo SMS

Accadrà negli USA? Lo sperano i tre candidati democratici, che rilanciano con campagne virali via SMS: scrivono frasine dolci agli utenti e sperano che questi ultimi le facciano girare
Accadrà negli USA? Lo sperano i tre candidati democratici, che rilanciano con campagne virali via SMS: scrivono frasine dolci agli utenti e sperano che questi ultimi le facciano girare

Roma – Cosa c’è di meglio di un SMS per infiammare la campagna elettorale d’oltreoceano? Lo stanno facendo Hillary Clinton, John Edwards e Barack Obama, che dietro regolare opt-in , offrono aggiornamenti “mobili” ai supporters che scelgono di ricevere via SMS gli aggiornamenti sulle primarie democratiche statunitensi.

Hillary Clinton Nel paese a stelle e strisce, alcuni ritengono che il potenziale di questo mezzo sulle campagne elettorali – che già fanno uso di molte altre tecnologie quali posta elettronica, siti, blog e video – è ancora da scoprire. Gli americani possiedono 243 milioni di cellulari con i quali, nel 2006, si sono scambiati ben 158 miliardi di SMS. Il 43 per cento dei cittadini tra 18 e 24 anni messaggia giornalmente, secondo Insight Express , così come lo fa il 10 per cento della generazione precedente, di età compresa tra 55 e 64 anni.

John Edwards “È uno strumento di mobilitazione e sensibilizzazione politica incredibile”, dice Julie Germany, direttore dell’ Istituto per la Politica, la Democrazia e Internet alla George Washington University . L’uso del text messaging “sta prendendo molto piede in USA, ma è nulla rispetto ad altre aree come l’Europa, l’America Latina e l’Asia”, spiega Agence France Presse .

Aaron Strauss, uno studente di Princeton che ha condotto una ricerca sulla tecnologia al servizio della politica, ha rilevato che i candidati più informati stanno scegliendo proprio l’SMS come strumento per raggiungere quei cittadini (votanti) giovani e poco interessati a esprimere una preferenza politica. Lo studente ha tra l’altro concluso che chi ha ricevuto un messaggio che invitasse al voto poco prima delle elezioni si è dimostrato il 4 per cento più incline a votare rispetto a chi non lo ha ricevuto. “La nuova generazione di votanti sta iniziando a far uso dei messaggi e, man mano che diventano politicamente attivi, il text messaging diventerà sempre più rilevante nelle campagne”, ha detto.

Clinton, Obama ed Edwards hanno quindi scelto i numeri a cui inviare un SMS di richiesta aggiornamenti: rispettivamente 77007, 62262 e 30644. Barack Obama Julie Ask, un’analista di Jupiter Research , si è accorta che uno dei tre numeri non è stato scelto a caso : 62262, guarda caso, sono i tasti da premere per digitare in un SMS le lettere O B A M A. Non solo, l’intraprendente Senatore, che i lettori di PI hanno già visto impegnato in campo tecnologico nella battaglia contro il filtraggio del P2P, ha predisposto anche dei wallpaper per i cellulari dei suoi fedelissimi.

Julie Ask ha anche sottolineato che non sono solo i giovani a essere sollecitati dai messaggini: “Vorrei ricordare ai candidati che la percentuale di utilizzatori di cellulari da 55 anni in su lo scorso anno ha raddoppiato l’uso dei messaggi di testo”, ha detto.

Secondo alcuni analisti, la scelta di messaggiare in queste circostanze, politicamente è ancora più vincente se diventa “virale”. Piuttosto che far partire migliaia di messaggi da una sede di partito, se ne fanno dunque partire pochi, o addirittura uno solo. Saranno i destinatari a “passarselo” in modo virale . Quale sia il risultato elettorale, poco importa all’operatore cellulare. Sono ugualmente tutti messaggi da pagare.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
18 dic 2007
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