I call center rispettano la privacy degli utenti? È ciò che sta accertando la Guardia di Finanza, sguinzagliata dal Garante della Privacy per verificare se gli utenti contattati ricevono tutte le informazioni circa i dati personali trattati e se le informazioni siano cancellate dagli archivi, laddove richiesto. Un’attività che riceve il plauso di Adiconsum , che commenta: “Avevamo ragione. Finalmente si interviene contro le truffe telefoniche e l’invasione incontrollata della privacy dei consumatori”.
In questo contesto l’associazione osserva però con rammarico che la questione affrontata dal Garante della Privacy non è stata affrontata dall’ Authority delle Comunicazioni , e questo “nonostante le associazioni abbiano più volte posto la questione e sollecitato una sua soluzione”.
I provvedimenti finora varati dall’Agcom, più che guardare alla privacy, si sono focalizzati a stabilire una nuova regolamentazione in termini di trasparenza nell’attivazione dei servizi. Molto spesso, però, queste regole sono disattese, e a queste violazioni – altrettanto spesso – si abbinano comportamenti “disinvolti” sul trattamento dei dati personali degli utenti.
Adiconsum sottolinea che tali comportamenti non si sono mai fermati, “anche a causa dell’irrisorietà delle cifre in gioco: 60 sanzioni per un totale di soli 260.000 euro”.
Per questo motivo l’associazione si dichiara pronta, a sua volta, a continuare a vigilare. Affinché si possano conseguire, in questo contesto, tre obiettivi principali:
“1. l’entità delle multe venga elevata ad un livello tale da scoraggiare le aziende a proseguire in attività illecite;
2. tutti i servizi a valore aggiunto, se non richiesti espressamente dal consumatore, siano chiusi;
3. i tempi massimi della number portability, cioè per il trasferimento del proprio numero da un gestore telefonico all’altro, siano certi (adesso come adesso i tempi spesso si dilungano a tal punto che chi aderirà alle offerte natalizie corre il serio rischio di vederle attivate per Pasqua!)”.