Il 2008 inizia all’insegna delle novità per LimeWire , il più longevo file sharing made in USA, tuttoggi una delle piattaforme più popolari, e attiva nonostante la sentenza Grokster . Ad annunciarlo è lo stesso CEO George Searle che, dopo soli 8 mesi dal suo arrivo, coglie l’occasione per tracciare il bilancio del 2007 e indicare la strada che il suo team intende seguire nell’anno a venire.
I 12 mesi appena trascorsi hanno visto la nascita di una nuova versione del programma. La 4.16 , ora a disposizione dei downloader, ha aggiunto al protocollo Gnutella il più recente BitTorrent , nonché il supporto della tecnologia Mojito DHT : quest’ultima è in grado di migliorare la condivisione dei file più rari , tanto da spingere il team di sviluppo a definire la versione attuale come “il più veloce programma di file sharing del pianeta”.
Ma le novità, annuncia Searle, non si fermano qui. È già partito un blog dedicato alla scena musicale underground newyorchese, che racconta i piccoli e grandi gruppi che bazzicano nella grande mela. E per il nuovo anno è prevista la nascita di un social network , denominato LimeSpot , per creare una comunità online dove artisti e fan possano incontrarsi. Uno strumento per fare proseliti senza passare attraverso le major, un po’ come stanno facendo i Radiohead , per vendere musica, video e merchandising.
Infine, è imminente il lancio di un negozio musicale digitale, il LimeWire Store , un portale che metterà a disposizione dei navigatori brani rigorosamente DRM free . Ma, ci tiene a precisare Searle, tutto questo si integrerà con la piattaforma di file sharing esistente: niente rivoluzioni, solo evoluzione.
Anche per questo, il meccanismo di ricerca interna del programma subirà un restyling. In linea con quanto fatto da Google che tra i risultati, da qualche mese , mescola video, foto, news e pagine web anche le ricerche di Limewire si arricchiranno di link provenienti dall’intero circuito Lime : riferimenti ai brani in vendita e alle iniziative dei musicisti coinvolti, e forse in futuro persino a risorse provenienti dal Web.
Ferve l’attività, dunque, nonostante perduri la battaglia contro i discografici della RIAA che al momento vede quest’ultima in lieve vantaggio: lo scorso dicembre , un giudice federale aveva dichiarato non ammissibile la causa intentata contro le major per abuso di posizione dominante.
Restano in piedi, invece, le accuse di violazione del diritto d’autore lanciate a LimeWire. Eppure, nonostante tutto, la popolarità e il successo del network non accennano a diminuire: il 18 per cento dei PC statunitensi contiene una copia del programma, quasi il 40 per cento del totale degli utenti delle reti P2P.
Luca Annunziata