Call center e trasparenza. Trasparenza?

Call center e trasparenza. Trasparenza?

Ne parla un lettore, vessato da telefonate di call center che si spacciano per grandi operatori telefonici e cercano con ogni mezzo di far firmare contratti su cui guadagnare percentuali
Ne parla un lettore, vessato da telefonate di call center che si spacciano per grandi operatori telefonici e cercano con ogni mezzo di far firmare contratti su cui guadagnare percentuali

Roma – Salve, non sarò esaustivo perché ho poco tempo e una tendinite che affligge le mani, ma vorrei segnalarvi quanto segue: da parecchi mesi, sicuramente più di un anno – anno e mezzo, ricevo decine e decine di telefonate di agenzie che si fanno passare per “Telecom 191” che mi propongono di passare gratuitamente dalla mia “obsoleta” (parole loro) Smart alla nuovissima e velocissima Alice Business .

Il problema è che lo fanno con motivazioni vaghe, illusorie, senza sapere di cosa parlano, mandano contratti di accettazione imprecisi o diversi da quanto concordato telefonicamente, ma soprattutto questi operatori hanno un testo preparato (queste ragazze che non sanno nemmeno bene di cosa parlano) col quale propongono al povero malcapitato frasi di terrore, sperando evidentemente di incappare in persone ingenue e fiduciose o semplicemente poco competenti: “Signore, deve sapere che se non fa il passaggio la sua connessione degraderà e la sua azienda subirà un danno” o “L’email inizierà a rallentare, la navigazione diventerà faticosa, il servizio peggiorerà” e via dicendo.

Quando gli si fa presente che questo è in violazione del contratto, e inoltre presuppone che vi sia un degradamento del servizio senza alcuna motivazione tecnica (dico, nel caso fosse ignoranza mia, che da tecnico pretendo una spiegazione tecnica): a questo punto alcuni colti alla sprovvista cercano di ribattere ma poco dopo tagliano corto e salutano, i più ostinati cercano di motivare con “Io non ho le risposte tecniche che cerca, ma se accetterà il passaggio verrà contattato pochi giorni dopo dai tecnici che le spiegheranno tutto”. Oppure non riescono a capacitarsi, insistendo e insinuando velatamente che sarei uno sciocco a rifiutare “gratuitamente” una velocità maggiore, quando una piccola azienda potrebbe non aver alcun interesse in decine di mega in download a fronte di nessun aumento in upload, considerando inoltre il fatto che tale passaggio obblighi a cambiare router (ma a volte dicono che è obbligatorio aggiungerlo al nostro solo in cascata, in ogni caso quando gli si dice “a queste condizioni mi spiace non interessa” cambiano versione… già è un’impresa trovare due operatori che dicano la stessa cosa).

Aggiungiamo che ogni volta facciano leva sul fatto che costerebbe 150 e rotti euro di attivazione, ma “siamo in promozione limitata nel tempo e l’attivazione è gratis”. Ed è così ogni volta, da anni. “Si sbrighi, la promozione scade! Dopo dovrà pagare, quando la sua adsl inizierà a disfunzionare!”. Gli si chiede di mettere il tutto nero su bianco e trovano mille scuse o cambiano argomento. Gli si chiede “Mi assicura che è assolutamente gratuito il passaggio, sia come attivazione che come canone d’abbonamento?” la risposta è “Certo”, poi quando si chiede l’importo nuovo mensile si scopre che è di alcuni euro superiore a quanto paghiamo adesso “Signorina, ma non era gratuito?” “Il canone mensile è lievemente aumentato, ma è un aumento veramente basso, paragonato ai vantaggi che ottiene!”.
Assolutamente gratuito.

Mi fermo perché poi mi guasto la giornata a ricordare tutti gli altri dettagli, mi chiedo quante piccole aziende cadano vittima di certe politiche di marketing, opache e impenetrabili (nessuno è disposto a mettere per iscritto quanto dice o a fornire spiegazioni tecniche dettagliate anche solo verbalmente). Non c’è quasi settimana che passi senza queste telefonate.

Pietro L. S.

Gentile Pietro,
quella delle telefonate non richieste dei call center di società che dispongono della commessa di questo o quell’operatore è divenuta una piaga per molti italiani, e su queste pagine negli anni abbiamo pubblicato inchieste, lamentele e segnalazioni.
Per risolvere si è parlato a suo tempo di una ristrutturazione del settore mai compiuta realmente. O forse basterebbe riconoscere ai cittadini il semplice diritto di non essere disturbati da chiamate di questo tipo senza averne fatto preventiva richiesta.
L’Autorità per la Privacy e quella sulle TLC in più occasioni si sono mosse contro un “uso allegro” dei telefoni dei cittadini, ma i loro spazi di manovra, e le scarse tutele normative, non hanno portato alcun beneficio tangibile. Sono ancora molti gli operatori di call center che alla richiesta di informazione e trasparenza interrompono la conversazione: che possibilità ha il cittadino di denunciare l’abuso del suo tempo e della sua attenzione da parte di aziende di “contatto” che agiscono illegalmente?
Ci torneremo sopra presto, grazie per la testimonianza.
Alberigo Massucci

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Pubblicato il 28 gen 2008
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