P2P e UE, AltroConsumo risponde a IFPI

P2P e UE, AltroConsumo risponde a IFPI

Marco Pierani, responsabile delle Relazioni esterne istituzionali dell'associazione, risponde a IFPI e sottolinea: la soluzione non sono nuove norme ma nuovi modelli distributivi
Marco Pierani, responsabile delle Relazioni esterne istituzionali dell'associazione, risponde a IFPI e sottolinea: la soluzione non sono nuove norme ma nuovi modelli distributivi

Caro De Andreis, ho letto con estremo interesse l’articolo di Punto Informatico che commenta la sentenza Promusicae P2P, la UE apre la via alle major . In tale articolo, oltre a riportare l’interpretazione di IFPI, si tratteggia con dovizia di particolari il quadro più ampio e complesso dell’attuale discussione in corso circa la distribuzione dei contenuti digitali via Internet, nel quale va a collocarsi la sentenza citata. Ora, sebbene PI abbia fatto molto bene questo lavoro, vorrei avere la chance di replicare direttamente ad IFPI sulle vostre pagine con il punto di vista di Altroconsumo.

Innanzitutto, è vero, l’Opinione dell’Avvocato Generale sul caso Promusicae era più chiara e ci piaceva molto molto di più, mentre la sentenza lascia spazio aperto ad una interpretazione in entrambe le direzioni e l’IFPI, ovviamente, ha colto subito la palla al balzo per cercare di occupare questo spazio con il proprio punto di vista.

Ebbene, come ogni visione di parte, essa rischia di travisare la realtà dei fatti o, comunque, di presentarla sotto una certa luce anziché un’altra, quindi appare opportuno aggiungere al dibattito un punto di vista consumerista per chiarire, senza titubanze, che, a nostro avviso, la Corte di giustizia non ha affatto voluto incoraggiare gli Stati Membri a modificare le proprie normative per avvallare quella che viene ormai ribattezzata la Dottrina Sarkozy e che sarebbe deleteria per i consumatori ma anche per lo sviluppo del business online.

Dunque, stante il tenore della sentenza, naturalmente ora la questione passa di nuovo ad ogni singolo Stato Membro. Bene, ci sono Paesi, come ad esempio la Spagna e la Germania, in cui gli ISP possono essere costretti a rivelare i dati personali soltanto in procedimenti penali, a questi Paesi aggiungo l’Italia in cui – come giustamente ricorda PI – nel caso Peppermint (molto simile a Promusicae), il Garante per la Privacy è intervenuto davanti al Tribunale di Roma in due procedimenti civili d’urgenza e il Giudice, accogliendo le istanze proposte dal Garante, ha rigettato i ricorsi con i quali la Peppermint chiedeva di ottenere i nomi di migliaia di utenti di reti peer to peer proprio perché, operando nel caso di specie quel bilanciamento tra la tutela del diritto d’autore e la tutela della privacy richiamato dalla sentenza Promusicae, ha deciso che a prevalere doveva essere la seconda. Giova anche ricordare che Altroconsumo sta a tutt’oggi attendendo la decisione da parte dello stesso Garante della Privacy, presso il quale abbiamo promosso un maxireclamo in favore di circa 100 consumatori raggiunti dalla fatidica raccomandata intimatoria dell’avvocato altoatesino della Peppermint, perché fosse dichiarato illegittimo e lesivo del diritto alla privacy l’utilizzo da parte della Peppermint stessa del software della Logistep per rilevare gli indirizzi IP degli utenti.

Ritornando quindi al punto cruciale, Altroconsumo a differenza di IFPI ritiene, insieme al Garante della Privacy, che tali esempi positivi (Germania, Spagna, Italia, etc) incarnino la giusta e corretta interpretazione di quell’equilibrio tra la tutela del diritto d’autore e quella dei dati personali che la sentenza Promusicae rimanda ai singoli Stati Membri dover individuare.

Inoltre, non si può evitare di rispondere a IFPI con una certa tristezza che la nostra speranza, nell’anno di grazia 2008, dopo che si è perso così tanto tempo, era quella di non dover ancora leggere che “Copyright theft on the internet is the single biggest obstacle to the growth of the music business today” quando, invece, appare ormai evidente che il problema è un altro e cioè trovare finalmente un nuovo modello per distribuire legalmente i contenuti online, in modo che siano adeguatamente remunerati gli autori ma, allo stesso tempo, rispettati i diritti dei consumatori mettendo definitivamente da parte i modelli fatti di “walled garden” e di bundling tecnologici per sedersi a discutere insieme, questa volta con franchezza, di un possibile sistema DRM interoperabile e user friendly.

Mi fa piacere ricordare in chiusura che un altra importante voce dell’Unione Europea, il Parlamento, pochi giorni or sono ha rigettato nella Commissione competente alcuni emendamenti che andavano nel senso della Dottrina Sarkozy e adottato invece il testo che segue: “In the context of rapid technological and market evolutions, and with a view to ensuring that cultural industries and creators benefit from the development of digital platforms, urges the Commission to rethink the critical issue of intellectual property from the cultural and economic point of view and to invite all those active in the sector, involving notably telecom operators and Internet Service Providers, to join forces and seek solutions equitable for big and small actors, in the interest of a balance between the opportunities for access to cultural events and content and intellectual property that guarantee fair, effective remuneration to all categories of right holders, real choice for consumers, and cultural diversity; draws attention on this point to the fact that criminalising consumers who do not act out of profit making purposes is not the right solution to combat digital piracy”

Marco Pierani
Responsabile Relazioni Esterne Istituzionali
Altroconsumo

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Pubblicato il
31 gen 2008
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