AT&T: banda larga più cara per chi la usa di più

AT&T: banda larga più cara per chi la usa di più

La staffilata che AT&T sta infliggendo ai suoi clienti che scaricano troppo, rallentano la rete e rendono difficile la vita agli altri. Dunque, che paghino. Senza fiatare
La staffilata che AT&T sta infliggendo ai suoi clienti che scaricano troppo, rallentano la rete e rendono difficile la vita agli altri. Dunque, che paghino. Senza fiatare

Roma – Si è appena finito di parlare di Road Runner , il provider DSL di Time Warner Cable che ha annunciato la sterzata verso le tariffe a consumo, e subito segue AT&T : ha ritoccato le tariffe che risucchieranno 5 dollari in più al mese dalle tasche dei clienti.

Due provvedimenti di natura diversa ma causati dallo stesso timore : il grande consumo di banda derivante da un uso del P2P – a detta degli operatori – “smodato” e al mutato impiego della rete, più orientato verso la multimedialità.

“I nostri prezzi sono ancora in linea con il mercato e inferiori a quelli dei nostri competitor della cable TV “, dice Meghan Roskopf, portavoce dell’azienda, che ha anche sottolineato i recenti sforzi compiuti da AT&T per rendere gratuiti per tutti i clienti gli hotspot di cui l’azienda dispone, aggiungendo così valore al servizio.

Secondo molti osservatori, tuttavia, un aumento dei prezzi è una circostanza stridente se si pensa al contemporaneo calo dei costi di router, modem e altri materiali necessari per il collegamento. Ma l’azienda si giustifica dichiarando che la disponibilità di banda non riesce a tenere il passo con la crescente popolarità del download di musica, della condivisione di foto e di gaming online . I “miliardi di dollari che l’azienda investe ogni anno per tener testa a questi trend ” sono insufficienti a coprire la richiesta, dice AT&T.

In rete, prescindendo dalle
ovvie rimostranze , si legge anche un propositivo TorrentFreak : esiste un ventaglio di possibili soluzioni per tamponare gli acciacchi di una connettività che in alcune circostanze sembra “battere la fiacca”, senza giungere a soluzioni dai più ritenute drastiche.

Del resto già da tempo gli operatori, statunitensi ma non solo , hanno il fucile puntato sulla questione. Una vicenda che certo non si chiude qui.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
4 feb 2008
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