Obama e la spugna web dei piccoli padani

Obama e la spugna web dei piccoli padani

di Lorenzo Campani - La classe politica quando si parla di internet non sa dove sbattere la testa ma il problema non è solo dei politici, è di tutta la società italiana, che fa fatica a consegnarsi alla normalità del web
di Lorenzo Campani - La classe politica quando si parla di internet non sa dove sbattere la testa ma il problema non è solo dei politici, è di tutta la società italiana, che fa fatica a consegnarsi alla normalità del web

“Solo i nostri sostenitori online possono mettere soldi in cassa abbastanza velocemente per fare la differenza”.
Sono le parole che il 7 gennaio Bill Clinton scrive in una mail urgente infilata nelle caselle di posta dei supporter di sua moglie Hillary. Il giorno dopo si vota per le primarie nel New Hampshire.

il sito della FEC Nel corso del 2007, secondo i dati raccolti dalla FEC (agenzia governativa che si occupa dei contributi elettorali), i candidati alla Casa Bianca hanno raccolto un totale di 582 milioni di dollari .

In casa Democratica, con gli ultimi botti di capodanno, i Clinton sono riusciti ad incamerare 115,6 milioni di dollari. Subito dietro Barack Obama a quota 102.

Il più ricco tra i Repubblicani è stato Mitt Romney con a disposizione un fondo cassa di 88 milioni di dollari. Poi Giuliani (60) McCain (41) e Ron Paul (28). Ma quella nel partito dell’Elefante è una classifica falsata perchè il mormone Romney, per aumentare il gruzzolo, c’ha messo 35 milioni di tasca sua, mentre i 28 milioni dell’outsider Ron Paul sono tutti soldi sudati, e quasi tutti sudati su internet.

Internet. Anche Bill aveva capito. Aveva capito quel 7 gennaio o probabilmente aveva intuito molto prima che la corsa per ritornare al 1600 di Pennsylvania Avenue passava per i comizi, per i dibattiti, per le cene a caccia di fondi, per le stanze di Wall Street, ma passava anche per qualcosa di più piccolo e sottile: le carte di credito.

Pochi giorni fa lo staff di Barack Obama ha comunicato che il totale dei fondi raccolti dal senatore nel solo gennaio 2008 è pari a 32 milioni di dollari . Una cifra impressionante, ma più impressionante è sapere che di quel bottino, 28 milioni sono stati raccolti direttamente online, con un 90% di donazioni inferiori a 100 dollari.

Ventotto milioni vuol dire più o meno l’88% del totale. Vuol dire che offline , alla vita fatta di contanti, banconote, assegni e roba così, è rimasta una percentuale minima, se non marginale.

E non è solo Barack Obama a mettere insieme dollari su dollari via internet.

Il 16 dicembre, nell’anniversario del Boston Tea Party , in ventiquattrore Ron Paul ha racimolato più di 6 milioni di dollari . Un record.

I moneybomb del resto sono la sua specialità. Il segreto è concentrare la raccolta fondi in date particolari come ad esempio quella del 5 novembre, il Guy Fawkes Day , in cui ha raccolto altri 4,2 milioni di dollari oppure come il 5 febbraio, giorno del suo 51° anniversario di matrimonio.

Senza internet, molto probabilmente non avremmo mai sentito parlare di Ron Paul.

Il bottone “Donate Now” è sempre ben in vista nei siti di tutti i candidati e il modulo da compilare è praticamente identico, sintomo del fatto che siamo davanti ad uno strumento ormai considerato standard , in cui c’è poco da inventare e molto da ricavare.

Standard però solo per certe longitudini. Davanti a questi dati americani infatti, è quasi inevitabile farsi una piccola (e forse innocua) domanda, soprattutto oggi che noi, a queste longitudini, andiamo verso le elezioni anticipate e verso la conseguente, imminente campagna elettorale.

La piccola domanda è: in Italia come stiamo messi ?
Per rispondere è fortemente consigliato un viaggio nei siti dei partiti italiani.

la home del PD Il cantiere del Partito Democratico di Veltroni è ancora aperto e il sito, tra i lavori delle commissioni e tentativi di interattività, pare risentirne: ancora niente strumenti per contribuire alle casse del nuovo partito. I nostalgici però possono comprare con carta di credito sulle vecchie pagine dei Democratici di Sinistra . Un bandiera con la Quercia viene 4 euro, più 6 e mezzo per la spedizione.

Nel campo avverso, sul sito di Forza Italia , la tentazione del duepuntozero abbonda tra loghi e link (Youtube, Flickr, etc) e quasi si rischia di perdere di vista, in questo orgasmo di strumenti di partecipazione, il piccolo link ” adesioni ” là in alto al centro. Di lì si accede alla pagina per iscriversi al partito. Pagina oggi ” in allestimento “. Pare si potrà contribuire anche con carta di credito. Pare.

Si torna a sinistra e in attesa della “Cosa Rossa” passiamo dal sito di Rifondazione Comunista dove si possono firmare petizioni a iosa, ma dove – vade retro satana – di tesseramento online o carte di credito nemmeno l’ombra.

E mentre i Comunisti Italiani ti invitano all’iscrizione con un bel modulo che ti promette che sarai ricontattato via mail, i Verdi ti accolgono nel Sole che Ride con la carta di credito, ma solo se scandite bene le cifre ad un numero di telefono di Roma. Però se volete versare un contributo senza iscrivervi, allora il pagamento online con Visa o Mastecard va bene.

Svoltiamo a destra e ci ritroviamo sul sito di Alleanza Nazionale . Tesseramento online no, ma potrete contribuire al partito di Gianfranco Fini comprando oggetti imperdibili come lo spumante “Diamant Blanc AN” con relativa etichetta personalizzata (48 euro a confezione) oppure a più modica cifra (euro 7,80) i calzoncini alpini del partito. Rimettete pure nel portafoglio la Visa perchè bisogna mandare una mail o, per i più vintage , spedire un fax.

la home di LaDestra Ancora più a destra, che quasi si sconfina, c’è Storace che tra un liveblogging e l’altro, mette ben in evidenza il grande link ” Adesioni online “. Arrivati in fondo ad un modulo chilometrico (in cui manca solo la richiesta del gruppo sanguigno) il menù a tendina ci ricorda che possiamo pagare con bonifico, bollettino postale o contanti. Avete letto bene: contanti .

Vuol dire che dopo aver compilato un modernissimo modulo su internet o vi incamminate alla più vicina sezione di Storace (e così a occhio non sarà una passeggiata) o andate direttamente in Posta e infilate i 20 euro richiesti dentro una busta. Poi leccate, chiudete e spedite.

Ma, come si sa, è il nord il cuore pulsante dell’innovazione del Paese e quindi diamo un’occhiata al sito della Lega . Dopo un impegnativo slalom tra le sobrie dichiarazioni di Calderoli, si riesce ad accedere alla pagina del “Tesseramento 2008″ che nel sostenere la gloriosa battaglia per la libertà del nord, si affida al solo conto corrente bancario. Però si può contribuire alla causa anche con l’acquisto della ” Spugna da bagno per i piccoli padani ” ma con esclusivo ordine via mail.

Con carta di credito potete però fare shopping in Centro, ovvero dalle parti dell’ UDC che ha il negozio online più fornito dell’arco costituzionale, anche se fermo ancora ai gadget delle elezioni 2006. Sempre in zona traffico limitato, si può tentare un salto da Mastella all’ Udeur ma, ragionandoci un minuto, che ve ne fate del tesseramento online se tutti i vostri iscritti hanno la residenza nel raggio di 30 chilometri da Ceppaloni ? Non ve ne fate niente e niente si trova sul sito dei Popolari Udeur, tranne una solitaria mail di informazioni. E già è grasso che cola.

Per trovare un partito che ti riconosce il privilegio di iscriverti online e pagare subito con carta di credito, bisogna finire dalle parti di quella che era la Rosa nel Pugno .

I Radicali , com’è noto, hanno una lunga tradizione nella Rete italiana e il tesseramento online c’è e funziona. Unico difetto è che è un po’ caruccio: quota minima 200 euro .

Più a buon mercato e forse contagiati dalla momentanea parentela con Pannella e Bonino, troviamo poi, inaspettati, i socialisti di Boselli . Modulo online semplice da compilare, carta di credito benvenuta, prezzi modici (30 euro). Quasi non ci si crede.

DiPietro
Concludiamo l’escursione con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro che, convertito al verbo della Rete da Casaleggio e associati, indica come procedura standard per l’iscrizione al partito questa:

– scaricare, stampare e compilare ” manualmente ” il modulo.
consegnare personalmente il modulo accompagnato da carta di identità presso la sede provinciale più vicina.
versare ” i contanti ” al personale della sede.
aspettare la consegna della tessera.

Chissà, forse nella sede del partito su Second Life iscriversi è più facile.

La nostra piccola e innocua domanda, dopo il giro di consultazioni, ha trovato forse una risposta che già conoscevamo. Come siamo messi in Italia ?

Maluccio.

Di certo la politica italiana in Rete sconta ritardi e sonnolenze dovute, nel caso specifico, anche alla presenza del finanziamento pubblico ai partiti che abbassa notevolmente il livello di libido dei candidati nei confronti dell’autofinanziamento.

Un paese in cui (come ci ricordava Alessandro Giglioli qualche giorno fa) i partiti si assegnano fondi per intere legislature anche quando queste finiscono molto ma molto prima, farà fatica non solo a sperimentare ma anche ad aggiungere un semplice link “Vuoi Contribuire?”.

Ma se molto paghiamo ad una classe politica che in tema di nuove tecnologie ed internet spesso non sa dove sbattere la testa (ad esser buoni), dobbiamo anche mettere sulla bilancia la realtà di una società che nel suo complesso fatica ad abituarsi ad una normale e quotidiana “vita online”. Se, come riportano gli ultimi dati Nielsen, nel commercio elettronico mondiale ci battiamo per il diciottesimo posto, un motivo ci sarà.

E se oggi le primarie americane ci dicono che la Rete è un luogo imprescindibile per la politica e per chi fa politica, noi, a queste longitudini, consoliamoci: prima o poi “la spugna da bagno per i piccoli padani” si pagherà con la carta di credito.

Che poi alla fine la compri davvero qualcuno, non è proprio una certezza.

Lorenzo Campani
LorenzoC

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Pubblicato il
7 feb 2008
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