Videogiochi, più rischi per adulti e bambini?

Videogiochi, più rischi per adulti e bambini?

Sono 12 gli adulti che si sono rivolti ad un SERT per cercare una via di uscita alla dipendenza da videogame. A rischio matrimoni, amicizie e lavoro... Per i minori il rischio è anche quello dell'epilessia
Sono 12 gli adulti che si sono rivolti ad un SERT per cercare una via di uscita alla dipendenza da videogame. A rischio matrimoni, amicizie e lavoro... Per i minori il rischio è anche quello dell'epilessia


Roma – Ha suscitato una certa attenzione la notizia secondo cui da qualche tempo 12 persone adulte sono in cura presso una struttura di recupero SERT a Conegliano, in provincia di Treviso. Ma non si tratta di dipendenza da stupefacenti, di cui i SERT perloppiù si occupano, si tratta di dipendenza da videogiochi o, in qualche caso, da videopoker.

Da quanto si è saputo, infatti, si tratta di persone che non riuscendo a delimitare il proprio interesse per il videogioco lasciano per strada il resto della propria esistenza, fino a consumare rapporti familiari e di amicizia o addirittura rischiare il posto di lavoro. Tra i 12, peraltro, pare sia compresa anche una coppia che si è rivolta al SERT per evitare il divorzio, che è sembrato inevitabile visto il tempo passato dal marito davanti alle macchinette da videopoker di un bar.

In una ricerca degli operatori del SERT intitolata “Il cielo in una stanza” si apprende che il primo sintomo di dipendenza è la mancanza di voglia di uscire con la propria dolce metà o con gli amici, il lasciar perdere gli studi, e l’insonnia. In generale i dipendenti da videogame soffrono di ipereccitabilità e per i soggetti predisposti vi è anche il rischio epilessia.

Secondo i SERT, la dipendenza da videogame da un lato va estendendosi con la diffusione sempre maggiore di strumenti per videogiocare, dentro e fuori le mura domestiche, e dall’altro richiede lo sviluppo di una esperienza medica e psicologica per far fronte al nuovo fenomeno. Non è facile, dunque, per gli specialisti affrontare queste patologie. “Sono dei casi – ha spiegato a La Tribuna di Treviso la psicologa Michela Frezza – in cui si confondono problematiche di dipendenza e di ordine psichiatrico. Anche per questo l’approccio non è semplice. Il SERT può dare dei consigli a chi soffre di questa dipendenza trattandola come tutte le altre e indicando percorsi di prevenzione”.

Per i minori, invece, l’esposizione ai videogiochi ma anche alla televisione viene associata sempre più alla riduzione del movimento, dei rapporti sociali e della creatività. Ma soprattutto si parla di rischio epilessia. Tra i minori infatti l’incidenza del problema risulta in aumento.

Secondo una recente ricerca, gli stimoli luminosi in continua variazione posso indurre attacchi epilettici nei soggetti predisposti, vale a dire circa il 4 per cento dei minori tra i 4 e i 18 anni. La Lega italiana contro l’epilessia (LICE) stima che siano attribuibili ai videogame il 3 per cento di tutti i casi di epilessia e il 10 per cento di quei casi che riguardano soggetti tra i 7 e i 19 anni.

“La fotosensibilità – spiega un esperto della LICE -, cioè la particolare sensibilità alla rapida successione di stimoli luminosi diversi, si manifesta più facilmente durante l’infanzia e l’adolescenza, quando maggiore è anche il tempo trascorso davanti ai videogiochi”. A causare il problema spesso sarebbe proprio lo schermo televisivo, usato, per esempio, nell’uso delle diffusissime console videoludiche.

“I genitori – affermano alla LICE – dovrebbero tenere al riparo i figli da possibili rischi aumentando la distanza dalla tv, che non deve essere inferiore a 3 metri”. Meno rischiosi invece gli schermi che garantiscono un refresh da 100 hz o quelli a cristalli liquidi.

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Pubblicato il
3 ott 2002
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