Un clic contro il commercio di armi

Un clic contro il commercio di armi

Lo propone una petizione online rivolta ai senatori, per bloccare una normativa considerata inaccettabile perché nasconde i dati sul commercio degli armamenti
Lo propone una petizione online rivolta ai senatori, per bloccare una normativa considerata inaccettabile perché nasconde i dati sul commercio degli armamenti


Roma – “Basta un clic”. Così potrebbe essere riassunto lo slogan che accompagna la diffusione dentro e fuori dalla rete della rinnovata iniziativa contro le nuove normative sul commercio di armamenti e per salvare la Legge 185 che impone la trasparenza al settore.

Basta infatti un clic sul sito della storica Rete Lilliput per associarsi, con una petizione indirizzata ai senatori italiani, a coloro che chiedono la bocciatura del disegno di legge 1547, un testo che secondo i promotori della petizione “impedisce la trasparenza bancaria e la pubblicazione dei dati sul valore delle esportazioni di armi e di conoscere il destinatario delle armi stesse. Nessuno più potrà disporre di dati e informazioni sul commercio d’armi”.

Ad accrescere le fila degli oppositori sono un nugolo di reti, associazioni e riviste che hanno già raccolto il sostegno di più di 80mila cittadini italiani. Tra di loro, oltre a Rete Lilliput, anche Emergency, Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Vita, Nigrizia e Pax Christi.

Domani i promotori della petizione – annunciata da PI lo scorso maggio – tireranno le somme. La sua forza è direttamente proporzionale alla capacità dei proponenti di interessare, anche in queste poche ore che restano, la “pubblica opinione” che sulla rete può informarsi e prendere posizione.

Tutte le informazioni sulla 185, la petizione e i perché della protesta sono disponibili qui .

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Pubblicato il
9 ott 2002
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