Facebook ha sete di sangue

Facebook ha sete di sangue

Un'applicazione per sensibilizzare gli utenti, per invitarli a donare il sangue, per organizzare trasfusioni e reclutare volontari in caso di emergenza
Un'applicazione per sensibilizzare gli utenti, per invitarli a donare il sangue, per organizzare trasfusioni e reclutare volontari in caso di emergenza

Facebook vuol vedere scorrere sangue a fiumi. Nulla a che vedere con vampirizzazioni e altre amenità da socioreti, nessun tentativo di scatenare epidemie di violenza: Facebook si presta a promuovere le donazioni di sangue, materia prima richiesta negli ospedali di tutto il mondo.

Takes All Types A sfruttare la capillarità del canale di comunicazione di Facebook è Takes All Types , un’organizzazione non profit che da tempo sensibilizza e incoraggia i cittadini che vivono nei dintorni di New York a donare il sangue . I netizen potranno scegliere di installare l’ applicazione dedicata , verrà loro chiesto di comunicare area di residenza e gruppo sanguigno, verrà chiesto loro di comunicare il canale con il quale preferiscono essere contattati.

In quanto nodi di una rete sociale, gli utenti di Facebook potranno mostrare di essere dei donatori a chi si imbatterà nel loro profilo, incoraggiando alla solidarietà i netizen con cui stabiliscono delle relazioni online.

Ma Takes All Types non è semplicemente un’iniziativa volta alla sensibilizzazione. L’applicazione ricorderà ai donatori quando potranno rendersi disponibili ai prelievi, li avvertirà in caso di emergenza , qualora dovessero precipitarsi presso l’ospedale più vicino per una una trasfusione urgente. I volontari riceveranno notifiche su Facebook o email, SMS o telefonate.

L’applicazione coordina e smista i donatori in base all’area in cui vivono e in base al gruppo sanguigno, consentendo di scandire meglio i tempi con cui i volontari sono chiamati al dovere, di organizzare e pianificare in maniera più efficiente le donazioni per fare fronte alla scarsità di volontari e alla grande richiesta di sangue di ogni gruppo.

Sono bastati un budget di 500 dollari e tre mesi di tempo per coordinare le forze e mettersi in contatto con ospedali e centri trasfusioni. “Abbiamo pensato che fosse il momento di reagire alla sensazione che tutto quello che si trova su Facebook sia frivolo o correlato all’ambiente universitario” ha spiegato Ben Bergman, promotore dell’iniziativa. Obiettivo raggiunto: Takes All Types sta raccogliendo consensi anche fra coloro che vedono in Facebook un coacervo di amenità user generated che funge da veicolo per invadenti messaggi pubblicitari.

Esistono ancora istituti scolastici che vorrebbero espellere gli universitari che su Facebook allestiscono gruppi di studio, sono ancora in molti a ritenere che sulle reti sociali si annidino predatori sessuali , untori di violenza e dispensatori di contenuti inappropriati. Ma Takes All Types dimostra come le dinamiche di rete e le potenzialità virali dei social network possano innescare una collaborazione concretamente utile. Facebook si prepara alla redenzione.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
11 mar 2008
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