Ben presto, le macchine saranno in grado di arrivare al pensiero umano : una delle tecnologie sci-fi più inverosimili diventa un’applicazione concreta, o almeno qualcosa che gli si avvicina molto, in una nuova dimostrazione delle capacità di Audeo , il collare sviluppato da Ambient grazie al quale chi lo indossa è in grado di parlare senza emettere alcun suono.
Indossato all’altezza della laringe, il dispositivo si incarica di intercettare i segnali nervosi provenienti dal cervello e di decodificarli sotto forma di parole , esprimibili poi attraverso una voce di sintesi. Audeo, che già era stato impiegato come meccanismo di controllo di una sedia a rotelle automatizzata, ritrasmette i segnali nervosi a un computer via wireless, ed è poi la componente software creata dalla società a rendere il tutto sotto forma di suoni comprensibili.
Ambient ha mostrato Audeo all’opera nell’ambito di una conferenza organizzata dallo storico chipmaker Texas Instruments, e il NewScientist mette a disposizione del pubblico anche un video dell’evento – riprodotto qui sopra.
Secondo quanto sostiene Michael Callahan, co-fondatore della società produttrice, Audeo permette di differenziare le situazioni in cui una persona vuole parlare in maniera silenziosa o normale, di parlare per mezzo della propria laringe mentre si inviano comandi al collare e via di questo passo. Attualmente il sistema è in grado di “intercettare” solo 150 parole e frasi, ma entro i prossimi mesi si spera di metterne in commercio una versione basata non sulle “keyword” grammaticali bensì sui fonemi .
Questa nuova edizione dovrebbe essere più lenta da utilizzare, ma permetterà altresì di esprimere parole e concetti senza limitazione alcuna . Al contrario di quanto potrebbe sembrare, ad ogni modo, Audeo non è attualmente in grado di “leggere” nel pensiero e nei segnali nervosi le parole da sintetizzare a mò di software di riconoscimento vocale: in tal senso l’utilizzatore è obbligato a pensare di “dire” quelle parole perché il sistema funzioni adeguatamente. Audeo sfrutta insomma “un livello al di sopra del pensiero” per fare il proprio lavoro di conversione.
Non si è ancora arrivati al punto di leggere nel pensiero, ma tutto lascia intendere che anche questo traguardo, una volta impensabile, sarà presto alla portata della conoscenza scientifica: aumentano le applicazioni tecnologiche in grado di interpretare i segni distintivi della cognizione umana, e c’è chi come i ricercatori dell’Università di Berkeley, California, è già in grado di decodificare con una risonanza magnetica cerebrale le immagini che una persona ha davanti agli occhi al momento . Seguendo lo stesso principio, i ricercatori si aspettano di poter un giorno ricostruire anche “il contenuto visivo dei sogni”.
Alfonso Maruccia