Qualità dei brevetti, la UE latita

Qualità dei brevetti, la UE latita

Come evitare che in ambito europeo vengano registrati brevetti privi di senso o di innovazione? Se lo è chiesto un parlamentare europeo. La risposta della Commissione: faremo qualcosa. Quella del Consiglio: boh!
Come evitare che in ambito europeo vengano registrati brevetti privi di senso o di innovazione? Se lo è chiesto un parlamentare europeo. La risposta della Commissione: faremo qualcosa. Quella del Consiglio: boh!

La Commissione Europea non sembra ancora aver deciso come garantire che nell’Unione non trovino posto brevetti sull’innovazione che di innovativo abbiano ben poco. Lo si deduce dalla pubblicazione sul sito di Foundation for a Free Information Infrastructure della risposta della Commissione e del Consiglio ad una interrogazione presentata dal parlamentare radicale Marco Cappato.

Cappato aveva chiesto lo scorso gennaio se la Commissione avesse dato seguito all’impegno assunto nel maggio 2007 di dar vita ad una procedura per eliminare i brevetti privi di fondamento e quelli dormienti, che bloccano l’innovazione (“trivial patents” e “sleeping patents”). In particolare chiedeva: “La Commissione è consapevole di qualsiasi criterio o strumento per misurare la qualità dei brevetti oltre ai requisiti generali che indicano la necessità che si tratti di innovazione e di novità ?” Una domanda del tutto simile Cappato l’ha rivolta anche al Consiglio. Ora sono giunte le risposte .

La Commissione in un documento in formato proprietario (.doc, qui ) fa sapere che “l’alta qualità” dei brevetti è parte essenziale di un sistema brevettuale che funzioni e, dichiara: “Il concetto di qualità del brevetto può venire considerato da molte diverse prospettive che riguardino i diritti individuali di brevetto e anche l’obiettivo del sistema nel suo insieme di incoraggiare l’innovazione. E questo è difficile da misurare”. Di fatto la Commissione fa riferimento al rapporto sui brevetti del 2006 e spiega che si ritiene di poter “ulteriormente sviluppare” l’argomento entro il 2008.

Sulla stessa linea di astratta chiarezza anche il Consiglio, che fa sapere di condividere l’auspicio dell’Europarlamento per un sistema brevettuale di qualità, sottolinea che si è ancora al lavoro su questo fronte e che il Consiglio “non ha completato i suoi ragionamenti su quali criteri e strumenti potrebbero essere appropriati per una tale misurazione di qualità”.
Il Consiglio si è limitato a dichiarare che terrà conto delle opinioni espresse dall’Europarlamento nel 2006 e nel 2007.

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Pubblicato il
19 mar 2008
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