LaRiforma/ Internet a rischio RIAA

LaRiforma/ Internet a rischio RIAA

di M. Lutero. Presto la censura della RIAA arriverà anche in Europa e America Latina. I tempi stringono, occorre accelerare su Freenet. La rete anonima dev'essere in piedi in tutto il Mondo prima che sia vietato il suo sviluppo
di M. Lutero. Presto la censura della RIAA arriverà anche in Europa e America Latina. I tempi stringono, occorre accelerare su Freenet. La rete anonima dev'essere in piedi in tutto il Mondo prima che sia vietato il suo sviluppo

Roma – Libertà digitali limitate. A questo punta una lettera minatoria inviata nei giorni scorsi a decine di provider americani da parte dell’Associazione statunitense degli industriali della musica, la RIAA.

La RIAA ha così dichiarato guerra al file-sharing “in quanto tale”, senza curarsi se questo sia illegale o meno. Perché è vero che quei provider, ospitando server OpenNap, ospitano server sui quali transitano file musicali. Ma è anche vero che su quei server gira moltissimo altro materiale sul quale né la RIAA né altri industriali possono vantare “diritti” né nel mondo digitale né in quello fisico.

La RIAA ai provider non ha chiesto, come ha invece fatto in altre occasioni, di “rimuovere il materiale illecito”. No, la RIAA ha chiesto loro di chiudere quei server tout-court, di distruggere la rete OpenNap utilizzata da milioni di utenti in tutto il Mondo, perché su quella Rete circolano anche contenuti musicali senza controllo e senza percentuali per i produttori.

La RIAA brandisce così l’orrenda spada della Controriforma, menando fendenti alla cieca. Si cura soltanto dei propri interessi, resi in questo modo indegni e vergognosi. E poco importa se la difesa di un diritto obsoleto e decadente si traduce in un limite imposto con la forza alla libertà di provider ed utenti, in un attacco cieco al file-sharing.

OpenNap non chiuderà, non ora e non subito. I provider americani, è certo, non assumeranno alcun rischio, perché una battaglia legale con la RIAA costa troppo a chiunque, e chiuderanno quei server. Ma OpenNap vive anche e soprattutto all’estero, e anche lì la RIAA arriverà, ma con più difficoltà, ci vorrà più tempo.

Questo tempo va sfruttato se si vuole la Riforma. Sviluppatori open source, filosofi del free software, difensori dei diritti digitali, visionari che colgono l’afflato libertario dell’Internet, hackers: questo è l’esercito di coloro che hanno il compito di realizzare Freenet, di portarla a compimento, di svilupparne i nodi, le applicazioni e le possibilità.

Chiunque abbia consapevolezza di questa violenza censoria porta sulle proprie spalle il peso di una responsabilità storica senza precedenti. Perché fino a quando non potremo contare su una rete anonima per sua natura, inafferrabile e distribuita, i diritti digitali di tutti sono a rischio. Presto sarà vietato sviluppare Freenet e avremo solo Freenet per parlarne. I tempi corrono e i ritardi burocratici ostacoleranno sì la RIAA, i suoi simili e i suoi scagnozzi, ma non a lungo.

Martin Lutero

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Pubblicato il
27 feb 2001
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