Moore ed il consumismo

Moore ed il consumismo

di Marco Calamari - Se l'Informatica è giunta ad uno stadio in cui la legge di Moore non è più importante allora vuol dire che molte cose sono cambiate nell'IT. E un notebook vecchio di 10 anni forse è davvero vecchio. Forse
di Marco Calamari - Se l'Informatica è giunta ad uno stadio in cui la legge di Moore non è più importante allora vuol dire che molte cose sono cambiate nell'IT. E un notebook vecchio di 10 anni forse è davvero vecchio. Forse

Nessuno dei 10 lettori che sfogliando Punto Informatico si soffermano su questa rubrica ignorerà cosa sia la legge di Moore , quel principio empirico secondo cui (ne esistono diverse versioni che sono sostanzialmente equivalenti) la potenza degli elaboratori raddoppia ogni 18 mesi. Il significato di questa legge, ridotto alla sua sostanza, è che le prestazioni dei computer crescono in maniera matematicamente esponenziale. Questo offre una grossolana ma sostanzialmente corretta spiegazione del perché l’informatica è riuscita a cambiare il mondo. Se avesse avuto ragione il dott. Watson, e fossero bastati solo 5 calcolatori per soddisfare tutte le esigenze di calcolo del mondo, il mondo sarebbe oggi molto diverso.

Chi vive l’informatica da tanti anni e ne fa anche uso (ho sentito qualcuno dire “abuso”?) personale, sa perfettamente che inseguire il progresso tecnologico ed aggiornare il proprio computer all’ultimo modello, più potente e dotato delle ultime novità, non è un vezzo ma una necessità, almeno per la maggior parte dei dilettanti e professionisti informaticodipendenti.

Questa definizione si è sempre applicata al qui scrivente, che ha vissuto circondandosi di informatica per la maggior parte del suo tempo. Negli ultimi anni si è scritto molto di come anche i prezzi degli articoli informatici continuino a scendere e che ormai l’informatica personale si sia trasformata da un mercato specialistico di élite ad una commodity ; potenza crescente a prezzi calanti. Se altri beni di largo consumo (cibo, acqua, energia) conoscessero la stessa evoluzione, buona parte degli attuali problemi del mondo apparterrebbero solo ai libri di storia. Peccato.

Da qualche tempo la vita mi ha portato a diventare un utente di computer, non un inseguitore di mode e novità; è vero che mi permetto anche qualche gadget, ma non in maniera ossessiva e non di frequente. Cosi è accaduto anche al mio portatile, che mi accompagna da oltre un decennio e che è stato giocoforza rinnovato almeno ogni paio di anni. Succede che le cose che ti sono troppo vicine si sfochino e passino inosservate per molto tempo prima di essere notate.
Sono oltre 3 anni che non cambio portatile, e sono più o meno 5 anni che il computer fisso viene acceso solo per qualche strana esigenza di backup o test, ma che quasi sempre potrebbe essere fatta in altro modo, magari un pelino più scomodo, con il mio (ormai vetusto) portatile.

Ohibo’! Sono cambiato io od è cambiato il mondo? Forse tutti e due. Certamente la crescita esponenziale della legge di Moore ha reso possibile che un solo portatile, un portatile normale, possa fornirmi tutte le prestazioni informatiche di cui io, non delle persone più facili da accontentare, ho bisogno. È vero che non sono mai stato eccessivamente consumista o modaiolo, e quindi non soggiaccio (quasi) mai ad acquisti compulsivi o pilotati dai media. È vero anche che non mi piacciono i videogiochi e che ho smesso di occuparmi di realtà virtuale da un bel pezzo, settori per cui la potenza di calcolo e altri tipi di prestazioni informatiche non sono mai abbastanza.

Mi ha pero’ sorpreso giungere a questa semplice conclusione, e cioè che l’informatica, almeno quella (mia) personale, è giunta ad uno stadio in cui la legge di Moore non è più importante, uno stadio in cui per il 90% delle persone qualunque computer va bene e fornisce tutto’ cio’ che basta (basterebbe) a soddisfare i bisogni “reali” di informatica.

Certo si deve sempre prevedere la necessità di sostituire sistemi logori o guasti, ed il mio fedele Mustafar ormai comincia a far vedere la plastica sotto le verniciature fighette, malgrado io lo trasporti in un una morbida e superprotettiva borsa.

Il fatto pero’ che le vendite di computer continuino ad aumentare ad un ritmo superiore a quello giustificato dai nuovi utilizzatori come si spiega? I Gamers compulsivi non sono una percentuale così alta dei possessori od utenti di personal computer.

La conclusione che mi sembra di poter raggiungere è che le vendite di computer sono ormai guidate prevalentemente dal consumismo e non più da effettive necessità. Probabilmente, per chi naviga nell’informatica fin dalla nascita o per chi ne vive l’aspetto commerciale come professione, questa è la scoperta dell’acqua calda. A loro chiedo umilmente scusa.

A me sembra invece una cosa importante, anche se non so ben spiegare perché. La cosa che più sta rivoluzionando il mondo continua a farlo, passando da necessità vitale ad articolo di consumo, non necessario ma spesso voluttuario.
Il mondo è davvero cambiato. Ma forse questa meraviglia, come dice l’amico Vecna , è semplicemente uno dei Pensieri dei Vecchi.

Marco Calamari

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Pubblicato il
28 mar 2008
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