Hosting gratuito? Lavoro buttato

Hosting gratuito? Lavoro buttato

Lo sostiene un lettore che non ha più possibilità di rimettere in piedi un sito che era ospitato da un servizio gratuito. Ma è un problema molto diffuso
Lo sostiene un lettore che non ha più possibilità di rimettere in piedi un sito che era ospitato da un servizio gratuito. Ma è un problema molto diffuso

Roma – Salve, per sfogarmi scrivo a Punto Informatico, visto che lo “sfogo alla tua creatività” che promette XOOM.it sulla sua homepage, nel rettangolino che promuove la sua offerta di spazio web gratuito e illimitato, è una chimera.

Sono il webmaster di un sito (attualmente raggiungibile su http://razza.org/ephestione/ ) che fino a qualche tempo fa era presente come mirror anche sui server di XOOM; il sito è nato come un “deployment” di guide e tutorial scritti dal sottoscritto, programmi freeware, e collezioni di immagini.

I vari trasferimenti di hosting, inaugurati con la riduzione a 50MB dello spazio offerto da Digiland, hanno sempre influito negativamente sulla indicizzazione e sui piazzamenti del sito stesso su Google, ma i visitatori giornalieri tornavano regolarmente ad una valore medio-alto quando tutto si stabilizzava, e mi ero abituato a vedere una quota di circa 100 utenti come un buon risultato; questo, fino a quando e un miglior piazzamento generale su Google, e anche l’aggiunta di alcune guide che gli utenti sembravano trovare molto interessanti, non mi hanno fatto raggiungere una media di visitatori giornaliera sopra le 300 unità.

Ampliamenti del sito avevano visto in particolare l’aggiunta di una sezione nutrita di video comici, molto frequentata, e meta di numerosi download che, ammetto, generavano la maggior parte di “carico” sul sito; per dare una stima approssimativa, il 5% delle persone generava il 95% del traffico (ma “in fondo XOOM dà spazio illimitato, cosa importa, non sto infrangendo nessun copyright, si tratta di materiale liberamente disponibile”).

Avevo fatto in modo che il mirror presente sull’attuale unico server funzionante fosse quello principale, in virtù della assenza di banner ma, come confermato dalla mia esperienza con Google, questo motore di ricerca a volte è bizzarro, e nonostante, nel periodo dei 300 e più visitatori unici, quasi tutte le visite fossero concentrate su quest’ultimo, dopo un certo tempo il mirror di XOOM prese il suo posto nei risultati di ricerca, e con un “ranking” (il metro di “valore” che Google assegna ad ogni pagina web, e col quale sono stabiliti i piazzamenti) anche maggiore: infatti subito dopo che questo sucesse, e per 4 giorni, ebbi la piacevolissima sorpresa (e vi assicuro fonte di enorme motivazione a continuare il lavoro) di contare circa 550 visitatori unici giornalieri.

Per 4 giorni. Perché, vi chiederete? Perché al quarto giorno (il 3 ottobre), in procinto di procedere all’upload degli html aggiornati, noto che il sever FTP restituisce un messaggio di “Login incorrect”. Corro all’URL ( http://members.xoom.virgilio.it/ephestione/ ), e vedo un messaggio di errore, “Oooops la pagina non può essere trovata!”. Già, Oooops! “Se pensi che ci sia un errore spedisci una e-mail al Webmaster” cosa che faccio immediatamente.

Badate bene, non ho accennato a nessuna mail di avviso, perché non ce ne sono state. No, non di pre-avviso (“XOOM si riserva il diritto di cancellare un account senza preavviso…”), proprio di avviso, almeno per dirmi “Caro Ephestione.. blah blah… il tuo account è stato cancellato, perché…”. Quindi chiedo lumi al “Webmaster” di XOOM.it, ma sino ad oggi tutto tace. Provo a eseguire il login via web, invano anche in questo caso, provo a farmi inviare la password via mail… e mi arriva proprio quella che stavo usando, ma che non funziona più.

Riassunto: per XOOM l’account esiste ancora, e la password che uso è corretta, ma di portare a termine il login non se ne parla. Ed del sito non c’è più traccia; 550 visitatori giornalieri persi, piazzamenti su Google persi (quando mai rimetterà ai primi posti il mirror “giusto”?), la trepidante soddisfazione di controllare le statistiche e vedere quel bel numero a tre cifre, anche quella è andata.

Ah, ribadisco, nulla di “irregolare” era presente sul sito, i download erano costituiti da programmi rigorosamente freeware, filmati e clip audio comici (non coperti da copyright), e da una molto nutrita collezione di immagini (tutte “caste”).

Certo, ora quelle (forse ancora così numerose) 500 persone che cliccano sul link di un motore di ricerca, non trovano più il mio sito, con il piccolo frame pubblicitario di XOOM, ma una bella e coloratissima pagina di errore, con 5 banner, e 2 link, uno a Virgilio e l’altro a XOOM; la stessa pagina dopo un po’ esegue un redirecting verso xoom.virgilio.it. Fa quasi venir voglia di pensar male.

In sostanza, ringrazio XOOM per il sogno di breve durata che mi ha concesso, è bello sapere che qualcuno mi abbia fatto realizzare di perder solo tempo col mio sito web, ora avrò modo di dedicarmi a compiti più costruttivi. Mi chiedo soltanto, cosa significherà “dare sfogo alla tua creatività” per l’admin del servizio? Forse metter su uno di quei coloratissimi siti web, con testo Times New Roman corpo 16, immaginone jpeg, pesantissime applet java, tutto in allineamento centrato, contenuti inesistenti o banali, con sfondi che fanno a cazzotti con la retina, in modo tale che quei pochi che lo visitano riescano a distinguere chiaramente solo il frame pubblicitario?

Saluti
Mauro Savone

Di seguito alcune considerazioni di Punto Informatico Caro Mauro, chiunque si sia visto nell’impossibilità di gestire il proprio sito è in grado di capire la delusione che hai provato. Sono in tanti a segnalare a PI casi di hosting, soprattutto gratuito, nei quali si è perso in un modo o nell’altro il controllo del sito.

Nel caso di Xoom, come ricordavi anche tu, le loro condizioni di servizio sono chiarissime: “XOOM.it si riserva il diritto di modificare o rimuovere qualunque contenuto inviato e di revocare l’iscrizione in qualunque momento e per qualunque motivo senza preavviso” .

Più avanti Xoom afferma: “L’uso di questo sito è interamente a rischio dell’utente. I servizi di XOOM.it sono erogati senza alcuna garanzia, esplicita o implicita, XOOM.it non è in alcun modo responsabile degli eventuali danni derivanti dall’inaccessibilità ai propri servizi, nonché dalla perdita e dall’alterazione delle pagine dei membri”.

Xoom, ma come Xoom tanti altri, rende dunque chiaro fin da subito che non c’è da attendersi garanzie su nulla e su nessun aspetto delle attività che su quei servizi si conducono. Nulla si può pretendere e niente ci si deve aspettare.

Se il tuo sito vuole essere qualcosa di più di un sito “personale” è forse il caso che tu pensi di rivolgerti ad un servizio di tipo diverso per sostenerne la presenza in rete a fronte di garanzie, garanzie che possano servirti a studiare un percorso di sviluppo del tuo sito senza preoccuparti per una sua possibile improvvisa “sparizione”.

Sulla questione che hai sollevato PI ha pubblicato qualche tempo fa due interessanti articoli che consiglio vivamente di leggere:
Hosting? Un’avventura sempre più rischiosa
e
Ok, però ora GeoCities esagera

Un saluto, Lamberto Assenti

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Pubblicato il
18 ott 2002
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