Le major abbattono anche Intertainer

Le major abbattono anche Intertainer

L'azienda che osò ribellarsi al monopolio online dei contenuti dei grandi produttori del cinema chiude la settimana prossima. Con un grave J'accuse
L'azienda che osò ribellarsi al monopolio online dei contenuti dei grandi produttori del cinema chiude la settimana prossima. Con un grave J'accuse


Los Angeles (USA) – Hollywood non ne uscirà sconvolta, anzi, dalla storia che pure la coinvolge da vicino, quella della società Intertainer costretta alla chiusura dalle pratiche monopolistiche delle grandi del cinema.

Intertainer ha osato sfidare le major , come si ricorderà, affermando che il continuo rialzo dei prezzi dei contenuti da loro prodotti, film in primo luogo per l’uso legale sulla rete, e la poca disponibilità delle stesse imprese a rilasciarli a terzi ha reso impossibile all’azienda di condurre il proprio business. Intertainer sperava di diventare un distributore legale a pagamento di materiali principalmente cinematografici.

Ora, invece, sulla propria home page Intertainer ha pubblicato un epitaffio che suona come un “j’accuse” elettronico verso quei produttori che tendono a monopolizzare il mercato fuori dalla rete e che sperano di conservare anche in Internet la stessa capacità di controllo.

“Come molti sanno – spiega il CEO dell’azienda Jonathan Taplin – il 24 settembre abbiamo denunciato AOL Time Warner, Sony, Universal e Movielink all’autorità antitrust. Il 23 ottobre intendiamo sospendere questo sito fino a quando non potremo trovare un possibile modello di business con gli accusati, che controllano più del 50 per cento del business cinematografico e più del 60 per cento di quello musicale”.

“Promettiamo di tornare – conclude il CEO – quando vi sarà un ambiente nel quale ad un’azienda indipendente come la nostra sarà consentito competere in questo settore. La domanda finale, naturalmente, è se la situazione attuale di una crescente concentrazione mediatica sia produttiva per una democrazia”.

La lettera di commiato si conclude con l’appello ai lettori di scrivere la propria opinione al chairman della Federal Communication Commission e al Procuratore Generale degli Stati Uniti.

Intertainer non è un’azienda da quattro soldi. Basti pensare che a spingere e sponsorizzare le sue attività sono grandi investitori del cavo, tra cui Intel, Microsoft, Comcast, NBC e persino la stessa Sony.

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Pubblicato il
22 ott 2002
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