L'università che si riprende il suo P2P

L'università che si riprende il suo P2P

RIAA e soci avevano tentato di sottrarre gli studenti della Purdue all'influenza nefasta dei torrent. Ma loro hanno sviluppato una rete distaccata, intoccabile e basata su DC++ e Gnutella
RIAA e soci avevano tentato di sottrarre gli studenti della Purdue all'influenza nefasta dei torrent. Ma loro hanno sviluppato una rete distaccata, intoccabile e basata su DC++ e Gnutella

RIAA avrà anche stimato la Purdue University come la seconda maggiore università in quanto a “pirateria” telematica di contenuti musicali, ma non pare aver fatto granché impressione sui partecipanti alla vita del campus. Da un po’ di tempo a questa parte, l’ateneo finito nelle colonne infami sia dei discografici che degli studios hollywoodiani, ha deciso di rispondere in grande stile alle richieste dell’organizzazione delle etichette – tese a ottenere i nomi degli utenti coinvolti negli scambi non autorizzati – sviluppando una propria rete interna utilizzabile dagli studenti per un file sharing lontano da occhi indiscreti .

Il network si chiama Dtella – da “DC + Gnutella” – ed è una sorta di Intranet accessibile esclusivamente agli abitanti del campus dove lo scambio di informazioni, documenti e contenuti è libero, ad esclusivo beneficio dei partecipanti.

“Dtella è un hub DC++ decentralizzato” si legge sulle FAQ della piattaforma, ben più difficile da buttare giù rispetto a quanto avviene con una rete tradizionale. Al contrario di un tipico hub DC++, inoltre, Dtella sposa la frammentazione del network tipica del protocollo Gnutella segmentando il nodo sui diversi peer connessi .

Grazie al nuovo approccio, la soluzione della Purdue ha il vantaggio di far diventare un ricordo del passato la limitazione del traffico imposta alle connessioni una volta che queste lascino la rete del campus verso Internet, che nel caso dell’ISP Resnet – a contratto con l’ateneo statunitense – è di 5 Gigabyte complessivi al giorno.

Ma ad attirare le maggiori attenzioni è naturalmente la seconda conseguenza dello sfruttamento del network interno al campus, vale a dire l’assoluta irraggiungibilità degli utenti e delle loro attività, a meno di investigazioni illegali dagli esiti incerti.

Una presa di posizione netta e nuova nella imperante guerra senza prigionieri per il copyright , come osserva TorrentFreak , che segnala un’evoluzione dello scontro tra l’industria e il “covo di pirati” delle università americane dalle conseguenze ancora difficili da prevedere .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
18 apr 2008
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