PReVENT, l'auto che non fa incidenti

PReVENT, l'auto che non fa incidenti

Un ambizioso progetto europeo potrebbe portare entro pochi alla prima automobile totalmente sicura. Un'auto che non fa incidenti, o che riduce al minimo possibile i danni
Un ambizioso progetto europeo potrebbe portare entro pochi alla prima automobile totalmente sicura. Un'auto che non fa incidenti, o che riduce al minimo possibile i danni

È l’Europa la patria delle tecnologie per la sicurezza dei viaggiatori su quattro ruote: un consorzio di 56 società del Vecchio Continente ha racimolato 50 milioni di euro da investire in PReVENT , sigla che comprende svariate iniziative tese a ridurre enormemente i rischi che si corrono sulle strade.

Incidente Fanno parte di PReVENT una dozzina circa di sottoprogetti, ognuno focalizzato su uno specifico ambito della sicurezza ma tutti complementari per il raggiungimento dell’obiettivo finale, vale a dire la realizzazione di mezzi di trasporto per cui gli incidenti siano solo un’eventualità remota e dalle conseguenze non disastrose come quelle di oggi.

Secondo quanto riportato da ScienceDaily , PReVENT guarda all’innovazione da qui a 5-10 anni e prevede la teorizzazione di un’auto totalmente sicura , al riparo da qualsiasi incidente. Un veicolo che viaggi ovattato in un network di sensori e sistemi esperti, algoritmi intelligenti e meccanismi auto-frenanti in grado di prendere il sopravvento laddove il controllo umano difetti o gli imprevisti taglino pericolosamente la strada.

Tra i sottoprogetti previsti da PReVENT c’è ad esempio WILLWARN, che mira a realizzare una tecnologia in grado di far comunicare tra loro i veicoli attraverso segnali wireless , in modo da avvertire i guidatori di un possibile pericolo su strada, un incidente o quant’altro. MAPS&ADAS sfrutta invece il tracciamento satellitare per avere sotto controllo potenziali situazioni di rischio come incroci, curve a gomito o strade allagate.

E ancora SASPENCE mira a controllare la distanza e la velocità per una guida sicura, LATERALSAFE a installare sensori in ogni possibile punto cieco del mezzo. Due progetti in particolare, APALACI e COMPOSE, sembrano poi andare ancora oltre. Entrambi prevedono la radicale trasformazione del modo con cui le auto oggi reagiscono agli imprevisti, infondendovi una sorta di sesto senso indipendente dal guidatore ma potenzialmente in grado di concretizzare il sogno di automobili “non-incidentabili”.

L’ambizione di APALACI è quella di funzionare da sistema proattivo di mitigazione dei crash : sfruttando un numero non precisato di sensori, la tecnologia raccoglie e analizza le informazioni sui veicoli e l’ambiente che circonda il mezzo, la strada, chi segue e precede e via di questo passo. Attraverso l’incrocio di tali informazioni APALACI dovrebbe accorgersi di un incidente prima ancora che questo abbia luogo, scegliendo di propria autonoma iniziativa le contromisure più adeguate alla situazione.

Il sistema potrebbe, ad esempio, decidere per una veloce successione di frenate controllate, la preparazione degli airbag installati in automobile o degli altri meccanismi per la sicurezza delle persone presenti sul mezzo. Il principio della tecnologia è che l’auto è in grado di reagire più velocemente del guidatore , arrivando nella peggiore delle ipotesi a ridurre i danni derivanti da un incidente fin dove è possibile. Per quanto si parli di ambiti ancora sperimentali, APALACI è già stato testato su mezzi come Fiat Stilo, Volvo FH12, Alfa Romeo 156 e Mercedes E350.

COMPOSE dovrebbe lavorare in maniera complementare ad APALACI, occupandosi soprattutto della salvaguardia del guidatore , dei passeggeri e degli eventuali passanti. Testato su BMW 545i e Volvo FH12, COMPOSE frenerebbe nel caso in cui un pedone attraversasse d’improvviso la strada, o modificherebbe la stessa struttura dell’auto nei punti interessati (paraurti, capotta) estendendoli per attutire meglio l’eventuale impatto.

I mezzi automobilistici del futuro saranno di certo più sicuri di quelli attuali, ma per ora PReVENT rimane soprattutto un grande sforzo di sperimentazione, per certi aspetti visionario . “I team hanno sviluppato sofisticati algoritmi per tracciare tutti questi elementi” dice il coordinatore del progetto Matthias Schulze, avvertendo poi che tecnologie come COMPOSE e APALACI richiedono una potenza di calcolo molto superiore a quella attualmente presente sui sistemi installati a bordo di auto e veicoli.

“Questo lavoro è diretto alla ricerca di base – continua Schulze – stabilendo come il tutto potrebbe essere fatto. Ci vorrà del tempo prima che i computer installati sulle auto siano abbastanza sofisticati da usare questi sistemi”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
22 apr 2008
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