Gli ingegneri si appropriano dell'IT

Gli ingegneri si appropriano dell'IT

Lo sostiene un lettore, secondo cui gli ingegneri non sarebbero consapevoli del danno che stanno causando ai professionisti dell'informatica
Lo sostiene un lettore, secondo cui gli ingegneri non sarebbero consapevoli del danno che stanno causando ai professionisti dell'informatica


Roma – Non tutti gli ingegneri conoscono l’ITER che li sta facendo diventare arbitrariamente gli unici abilitati professionisti dell’informatica. Eccolo:

1. Gli ingegneri creano un nuovo corso di laurea imitando un’altra categoria. Iniziativa legittima, ma pericolosa per quelli dell’altra categoria non protetta da un Albo.

2. Dopo qualche anno trovano il modo per inserire le attività della categoria imitata (e del loro nuovo corso di laurea) nell’Albo e dicono che possono esercitarle solo loro in esclusiva.

3. Trovano infine il trucco per far passare il principio dei “diritti acquisiti” da tutti i vecchi ingegneri, e ottengono un’abilitazione di massa senza doversi sforzare a frequentare corsi di laurea, o subire la verifica tramite Esame di Stato. Che è come regalare loro un Esame di Stato ed una laurea in ingegneria informatica, o informatica, o l’esperienza di un qualsiasi professionista dell’IT.

4. Per completare il blitz dello scippo professionale, dicono che il loro Albo deve restare puro e nessun altro professionista può accedervi.

Non sono i dottori informatici che vogliono entrare – per chissà quale motivo – nell’Albo degli ingegneri, bensì l’Ordine degli ingegneri che si sta violentemente impossessando di una professione sottratta ai dottori informatici ed agli altri esperti informatici.

I dottori odiano dover entrare in un Albo così prevaricatore e pretenzioso, ma è l’unica possibilità che hanno per continuare a svolgere la propria professione. Se potessero avere il loro Albo…!?! A tal proposito vorrei ricordare che in tutte le proposte di legge per l’Albo dei dottori informatici, oltre che prevedere l’accesso di altre categorie di laureati e di esperti dell’IT non laureati con esperienza e certificazioni, era giustamente previsto l’accesso degli ingegneri dell’area tecnica. Questo perché noi dottori badiamo alle sole competenze e riteniamo che l’ordine sia uno strumento che lo Stato utilizza per tutelare gli utenti, e non un bene materiale di una categoria.

Ai dottori non interessa neanche il titolo di ingegnere, perché la laurea in Scienze dell’Informazione è nata 23 anni prima della laurea in ingegneria informatica e quindi il titolo di dottore è più significativo quando si parla d’informatica.

I professionisti dell’IT (non solo i dottori informatici) non faranno passare questa manfrina. A parte gli ingegneri elettronici ed informatici, se gli altri ingegneri vorranno restare in quel Settore faranno bene ad iniziare a studiare informatica.

Gaetano Di Bello

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Pubblicato il
24 ott 2002
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