Armonk (USA) – IBM ha svelato un nuovo prototipo di server “blade” che adotta i Power4, processori dual-core che fino ad oggi erano stati utilizzati da Big Blue solo nei suoi server di fascia media e alta.
I server blade, anche detti “ultradensi”, contengono in genere il numero di processori più alto possibile in base ai requisiti minimi termici e di formato. L’utilizzo dei Power4 potrebbe dunque portare diversi vantaggi proprio per la loro caratteristica di integrare, su di un singolo chip, due CPU.
I server blade sono particolarmente diffusi tra gli Internet service provider e negli ambienti in cui è importante ridurre i costi dell’energia e dello spazio occupato, e vengono generalmente utilizzati per attività come l’hosting Web e la protezione tramite firewall. Questi server hanno una configurazione a rack molto compatta, somigliante alla disposizione di una serie di libri su di uno scaffale. Una delle priorità, in questi sistemi, è ridurre il consumo di energia, e di conseguenza l’emissione di calore.
I server blade stanno acquisendo sempre più importanza anche come componenti di grandi cluster di server, ossia come “mattoni” per la creazione di sistemi anche molto potenti, come i supercomputer. Per questi sistemi viene spesso utilizzato come sistema operativo Linux, di cui, come noto, IBM è massima paladina.
Qualche tempo fa Gordon Bell e Linus Torvalds mostrarono un cluster di computer basato sull’architettura open source Beowulf e su centinaia di server blade con chip Crusoe, i processori di Transmeta attorno a cui è nato il concetto stesso di server ultradenso.
IBM intende ora dimostrare come i server blade possano essere equipaggiati, pur senza sacrificare le loro caratteristiche principali, come i bassi consumi, con CPU hi-end a 64 bit. Su questi sistemi, denominati Power Blade e previsti per il prossimo anno, IBM farà girare Linux.