Lo spam uccide spazi di libertà

Lo spam uccide spazi di libertà

di Paolo De Andreis - Gli spammer vanno individuati, denunciati, inseguiti, perseguiti, colpiti, tanto più quando ad essere aggrediti sono rari spazi di libertà che già rischiano l'estinzione. Conoscere per agire
di Paolo De Andreis - Gli spammer vanno individuati, denunciati, inseguiti, perseguiti, colpiti, tanto più quando ad essere aggrediti sono rari spazi di libertà che già rischiano l'estinzione. Conoscere per agire


Roma – Chi non ha mai configurato sul proprio client di posta elettronica dei filtri per tenere fuori il più possibile le email spammatorie? O non ha fatto ricorso a software e servizi specifici? Scocciatori, opportunisti e spammatori impenitenti in questo modo più difficilmente disturbano la nostra connessione e il nostro computer. Ma che succede se lo spam distrugge la libertà di dibattere in rete?

Ci sono tanti spazi di discussione su Internet, tanti quanti sono gli utenti e i temi, e anche più, e alcuni di questi spazi, come certe mailing list, sono particolarmente affollati. Se molti di noi vedono una mailing list seguita da tanti come un’opportunità in più per conoscere e crescere, ci sono altri che da dietro i propri computer vedono questi ambienti come occasioni di promozione selvaggia di propri servizi e prodotti, persino dei più scadenti e improbabili.

Se è vero che l’utente internet viene bombardato da messaggi provenienti da mezzo mondo e in una pluralità di lingue sempre crescente, è altrettanto vero che lo spam è ancora più dannoso quando ad essere presa di mira è, appunto, una mailing list.

Vi sono ambienti di discussione moderati che impediscono di pubblicare commenti se non si è registrati, oppure se non si è riconosciuti dal moderatore. Ve ne sono altri, veri e propri esempi della Internet delle origini, ove la moderazione è assente e chiunque può pubblicare quello che gli passa per la testa, anche in modo anonimo e persino utilizzando remailer (si vedano per esempio le straordinarie liste di ecn.org ).

Proprio questi spazi, nati non solo per costituire spazi di libertà ma anche per rappresentare forme luminose di responsabilità digitale, oggi rischiano di essere annichiliti dai rozzi eccessi di certi spammer. Sono quelli per i quali contano solo i numeri, che inseriscono nelle proprie demenziali liste di distribuzione anche gli indirizzi di queste mailing list, ottenendo dunque un’amplificazione smisurata del proprio messaggio e un altrettanto smisurato risentimento in chi diviene vittima dell’azione spammatoria.

Accade così e proprio in questi giorni che alcune liste, tra le quali per esempio quella degli Hackmeeting italiani, siano letteralmente prese d’assalto. Sorrette da server spesso gestiti da volontari, prive di un’attività economica che ne sostenga i consumi di banda e la manutenzione, sono liste che vengono bersagliate e martoriate da un numero di messaggi spammatori che supera e di molto il numero di messaggi legittimi e di discussione postati dagli iscritti.

La reazione più comune per chi è bersagliato dallo spam, tanto più in una lista, è quella di ignorare lo spam stesso, semmai chiedendo laddove possibile a chi gestisce la lista un intervento di qualche genere che possa limitare il bombardamento. Qualche utente getta persino la spugna e lascia le liste a cui è iscritto. Difficile rimanere mentre ordigni esplosivi di volgarità promozionali spesso persino pornografiche devastano spazi che della libertà fanno un proprio vessillo.

Non c’è una soluzione finale contro lo spam ma c’è il rischio che lo spam uccida non solo e non tanto la nostra privacy ma persino il nostro desiderio di relazionarci attraverso alcuni degli strumenti più esaltanti e funzionali di internet. Occorre dunque battersi, inseguire gli spammatori, non consentire a chi distrugge di continuare a farlo, rivolgersi a Polizia Postale, Garante e Autorità TLC, sostenere chi lo spam lo combatte tutti i giorni, imparare a conoscere gli strumenti dell’antispam. E’ ormai dovere di tutti, non si può più rimanere a guardare il proprio monitor senza far nulla.

Questo giornale ha da poco aperto il proprio Canale Spam , nel quale via via confluiranno tutte le notizie e i commenti che PI pubblica sull’argomento. Ha anche attivato la newsletter di SalvaPC , per offrire strumenti anche contro lo spam. Ma non basta, è necessario che tutti coloro che credono in una rete libera si assumano le proprie responsabilità. Non domani, oggi.

Paolo De Andreis

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
29 ott 2002
Link copiato negli appunti