Le Marche difendono i minori online

Le Marche difendono i minori online

Sensibilizzazione e prevenzione per innescare una fruizione più consapevole di media e tecnologie, per scongiurare i casi di adescamenti online
Sensibilizzazione e prevenzione per innescare una fruizione più consapevole di media e tecnologie, per scongiurare i casi di adescamenti online

“Si tratta di una vera e propria emergenza sicurezza” annuncia Marco Moruzzi, presidente del Comitato per le Comunicazioni della regione Marche parlando dello sfruttamento dei minori perpetrato con l’appoggio dei nuovi media, Internet in primis. “Non vogliamo fare allarmismo ma bisogna constatare che è un’emergenza nazionale non solo di carattere educativo ma anche ideologico”.

La Regione Marche, per scuotere e responsabilizzare famiglie, minori ed educatori ha condotto una campagna durata un intero anno scolastico, un'”azione di prevenzione ai rischi dei nuovi media”, si spiega in un comunicato . Sono stati condotti incontri formativi destinati a ragazzi, genitori, insegnanti, la Polizia delle Comunicazioni li ha informati dei rischi che si nascondono in rete.

“Pedopornografia e adescamenti online” i principali obiettivi nel mirino: “Il 98% dei teenager naviga utilizzando le chat line – ha dichiarato Moruzzi, riprendendo i dati emersi da un rapporto della Polizia – e se l’11 per cento ha incontrato almeno una volta un pedofilo, il 9 per cento confessa di non rivelarlo alle famiglie perché l’ha promesso al pedofilo”. Per questo motivo la Regione Marche ha condotto la campagna nel tentativo di scardinare il silenzio, di mettere in guardia i più giovani.

Ma è l’intera dieta mediatica dei ragazzi a dover essere ridisegnata, raccomanda Moruzzi: “Non si affronta in nessun modo il combinato selvaggio che può essere rappresentato da tv, internet e cellulari, che esaltano stili di vita preoccupanti, nella totale ignoranza di famiglie e insegnanti”. Questa la lacuna da cui è scaturita l’iniziativa della Regione Marche: si ritiene che prevenzione e sensibilizzazione possano innescare un “cambiamento culturale” da cui consegua un uso più responsabile dei media e delle tecnologie. ( G.B. )

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Pubblicato il
21 mag 2008
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