USA, banda larga gratis per tutti

USA, banda larga gratis per tutti

FCC è pronta ad indire un'asta per un lotto di frequenze. Da utilizzare come strumento per combattere il digital divide. Al prezzo della neutralità del network
FCC è pronta ad indire un'asta per un lotto di frequenze. Da utilizzare come strumento per combattere il digital divide. Al prezzo della neutralità del network

La commissione federale per le comunicazioni USA (FCC) sarebbe pronta a mettere in palio al migliore offerente una fetta di 25 megahertz dello spettro statunitense. Il vincitore dovrà utilizzarla per realizzare una infrastruttura wireless ad accesso libero, che garantisca l’accesso broadband ad Internet a tutti i cittadini . Gratis quindi, e (quasi) senza condizioni: l’operatore dovrà garantire la presenza sul network di “filtri per i contenuti”, allo scopo di “proteggere i bambini”.

Lo segnala Ars Technica , che pone l’accento oltre che sulla presenza di un filtro obbligatorio sulla rete, anche sulle modalità di assegnazione della licenza: entro quattro anni l’operatore vincente dovrà garantire l’accesso a metà della popolazione, percentuale che dovrà raggiungere il 95 per cento entro la scadenza della concessione e dunque in tempo per il rinnovo. In 10 anni circa, gli assegnatari si troverebbero dunque a dover realizzare una rete a banda larga wireless, con capacità di download minima di 768 kbps , che copra un territorio vasto ed eterogeneo come gli USA.

Diversi, a quanto pare, i potenziali concorrenti per la banda compresa tra 1,9 e 2,1 gigahertz: oltre a M2Z Network , che da molto tempo tentava di convincere FCC a proporre un’asta per queste frequenze, ci sarebbe anche NetFreeUS , un’organizzazione che punta alla nascita di una rete fortemente distribuita ed affidata alle realtà locali per la sua gestione.

A differenza da quest’ultima proposta, l’idea di M2Z Network garantirebbe maggior controllo governativo sul broadband di stato, oltre a garantire un certo introito per le casse federali : al 5 per cento degli incassi provenienti dalla vendita di “servizi premium”, il governo centrale sommerebbe anche la possibilità di “bloccare l’accesso a siti veicolanti materiale pornografico, osceno o indecente” limitandone l’accesso alla fonte. ( L.A. )

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Pubblicato il
27 mag 2008
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