Contrappunti/ EeePC e il livellamento verso il basso

Contrappunti/ EeePC e il livellamento verso il basso

di Massimo Mantellini - Con Internet la corsa al raddoppio delle capacità dei PC si è spenta. Il portatile da un chilo, poi, ha chiuso definitivamente i giochi
di Massimo Mantellini - Con Internet la corsa al raddoppio delle capacità dei PC si è spenta. Il portatile da un chilo, poi, ha chiuso definitivamente i giochi

Osservo mia figlia disegnare con Tux Paint sul piccolo bianco Asus Eee che abbiamo da poco acquistato (un po’ per lei e un po’ per me) e mentre la osservo penso all’incauta affermazione di Mike Abary di Sony che qualche mese fa dichiarò che la nuova onda dei subnotebook a basso costo (ed il loro enorme successo di vendite) avrebbe avuto un impatto negativo sul mondo dell’informatica, costringendo l’industria ad una rincorsa verso il basso.

Il punto di vista dell’industria – si sa – è spesso molto distante da quello dei consumatori, del resto non potrebbe essere diversamente. Quindi nel caso specifico, in un’ottica puramente industriale, potrà anche accadere che la rincorsa del prodotto di basso prezzo e dalle caratteristiche il più possibile competitive possa trasformarsi in una battaglia al massacro, che non giova agli interessi né delle aziende né dei suoi utenti. Nonostante questo, sarebbe anche interessante notare come spesso le dinamiche industriali, prima ancora di quelle del marketing, abbiano la tendenza a considerare le scelte e gli orientamenti dei consumatori come elementi accessori, talvolta dettati da una colpevole amnesia o da un improvviso collettivo impazzimento.

Che Sony guardi con distacco un segmento di mercato (quello dei subnotebook da 300 dollari) agli antipodi del proprio (quello dei subnotebook da 2000 dollari) resta in ogni caso un evento sospetto per un discreto numero di buone ragioni. La prima è che se osserviamo cosa è accaduto negli ultimi 10 anni, abbiamo a disposizione numerosi esempi di come il valore si sia mantenuto, e spesso sia andato crescendo, mentre il prezzo dei beni o dei servizi che contribuivano a crearlo precipitava. Internet stessa è stata un grimaldello potentissimo nei confronti delle aspettative del mondo dell’informatica. Si pensi a cosa è accaduto al circolo vizioso che per un ventennio ha amorevolmente avviluppato i fornitori di hardware e di software con i propri clienti. Una delle ragioni del sotterraneo insuccesso di Vista – per usare un esempio dei giorni nostri – è per esempio la constatazione del fatto che oggi non esistono più grandi ragioni per aggiornare macchine appena appena stagionate allo scopo di adeguarle alle subentranti richieste di prestazioni da parte del software. Fateci caso: la corsa al raddoppio di capacità di calcolo delle CPU, Ram, spazio disco, memoria video ecc da quando Internet è il centro del computing si è definitivamente spenta. I grandi store di informatica sono pieni di clienti usi ai vecchi pantani del pianeta informatico che chiedono: “Scusi questo PC va bene per navigare su Internet?” E la risposta è invariabilmente e sempre “sì”, qualsiasi sia il modello in questione.

Abbiamo vissuto per molti anni in un ambiente commercialmente drogato da questa sacra alleanza fra hardware e software, ed oggi che da un lato questa unione ha smarrito molto del suo potere e contemporaneamente la capacità di indirizzo degli utenti sui prodotti è molto aumentata (proprio in relazione alla facilità con cui in rete si diffondono le notizie sui buoni prodotti così come su quelli cattivi), forse qualcuno sta iniziando a perdere un po’ il senso della misura.

Il gran numero di recenti competitori dell’Asus Eee (che nel frattempo per non smentirsi ha deciso di interrompere la propria talentuosa intuizione commerciale vendendo il prossimo modello di Eee ad un prezzo eccessivamente alto) oltre a livellare verso il basso la grande industria dei portatili di piccole dimensioni, apre scenari di utilizzo di simili macchine che forse a Sony non sono mai interessate, come per esempio poter acquistare un vero PC portatile che pesa un kg con il quale mia figlia possa tranquillamente scrivere o disegnare o guardare un video delle Winx su Youtube senza timore di fare grossi danni su una macchina “da adulti”. Oppure, e molto più seriamente, è stata in grado di portare all’attenzione generale la questione della alfabetizzazione informatica sia del terzo mondo che di tutti coloro i quali ancora oggi percepiscono il computer come un bene di lusso e accessorio.

La grande corsa al nuovo filone aureo scoperto dall’Asus Eee non è solo la scoperta di un segmento di mercato molto sottovalutato dalle dinamiche del mondo informatico occidentale, ma è anche l’affermare a denti stretti che è oggi possibile costruire macchine molto potenti a prezzi molto bassi e, per tale ragione, capaci di rivoluzionare l’approccio alle nuove tecnologie in numerosi paesi in via di sviluppo spazzando via l’alibi principale che ne allontanava l’uso, quello del prezzo.

Come spesso accade, i fenomeni sociali indotti dalle nuove tecnologie sono difficili da immaginare: per esempio chi avrebbe potuto immaginare che la meritoria iniziativa di Nicholas Negroponte per i laptop a 100 dollari avrebbe avuto il merito di aprire un nuovo mercato in un ambito che fino a ieri tutti quanti assegnavano solo e comunque al buon cuore (e al denaro) dei mecenati ed alle iniziative della cooperazione internazionale?

Improvvisamente, al traino dell’Asus Eee, l’intera industria informatica sembra oggi impegnata nella battaglia per rendere disponibili computer portatili piccoli e poco costosi (l’ultima è stata Dell solo qualche giorno fa) i cui spazi di utilizzo sono ancora, in parte, da immaginare. Un livellamento verso il basso che, in definitiva, non sembra poi così male.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il
3 giu 2008
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