Italia, blog condannato per stampa clandestina

Italia, blog condannato per stampa clandestina

Succede in Italia a carico di uno storico che cura la pubblicazione e la raccolta di materiali che interessano molti. Secondo il Tribunale di Modica Carlo Ruta è colpevole di periodicità non regolare
Succede in Italia a carico di uno storico che cura la pubblicazione e la raccolta di materiali che interessano molti. Secondo il Tribunale di Modica Carlo Ruta è colpevole di periodicità non regolare

Un blogger italiano è il primo ad essere condannato perché considerato alla stregua di stampa clandestina , perché pubblicato in barba alle normative sull’informazione, sanzionato in particolare perché la sua periodicità non è regolare. Lo storico Carlo Ruta , che cura quel blog apprezzato da molti, ha subito per questa ragione una condanna pecuniaria presso il Tribunale di Modica, lui che il suo blog AccadeinSicilia lo aveva già visto finire sull’orlo dell’oscuramento .

Un fatto inedito. Per la prima volta un blog subisce una sentenza di questo genere perché la sua pubblicazione, il blog appunto, non segue i canoni e i ritmi della stampa tradizionale. Una sentenza che fa discutere perché con un colpo solo associa legge sulla stampa e blog. La decisione dei magistrati, che non sembra proprio avere precedenti neppure in Europa, allarma gli osservatori .

Secondo Articolo 21 , l’Associazione che si batte per la libertà di espressione, la decisione dei giudici crea grande incertezza . “Non siamo abituati a commentare le sentenze – ha dichiarato Giuseppe Giulietti esponente dell’associazione – ma non vogliamo che questa resti avvolta nell’ombra perché riguarda l’articolo 21 della Costituzione e la libertà della rete, in un momento tra l’altro particolarmente delicato per l’informazione, in cui si decreta il carcere per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni che non rientrano in quelle consentite”.

Una osservazione pubblicata sul blog di Franco Abruzzo, per molti anni tra i massimi dirigenti dell’Ordine dei Giornalisti, sottolinea come la registrazione presso un Tribunale di una pubblicazione web sia richiesta, tra le varie ragioni, anche quando “rispetta una particolare periodicità”. “Si può sostenere legittimamente e ragionevolmente – si legge – che sono da registrare nei tribunali (con un direttore responsabile) tutte le libere manifestazioni del pensiero rivolte al pubblico e strutturate come giornale “.

Se per comprendere appieno la portata della Sentenza è necessario attenderà la sua pubblicazione, c’è chi non intende aspettare. L’idea che un blogger possa o debba rispettare formule di pubblicazione che appartengono alla legge sulla stampa, ossia ad una normativa datata, aggiornata per accogliere le pubblicazioni registrate in Tribunale e quelle che aspirano a sovvenzioni pubbliche, appare così paradossale che c’è chi si chiede se le ragioni di una condanna di questo genere siano esclusivamente di tipo tecnico.

È lo stesso Ruta a suggerire altre strade. “Nel mio blog – ha affermato – io ho fatto ampie ricostruzioni, con una documentazione dettagliata e in parte inedita sul caso di Giovanni Spampinato, il giornalista, colaboratore dei quotidiani l’Ora e l’Unità che nel 1972, a soli 22 anni, fu ucciso a Ragusa mentre stava portando alla luce, in un’inchiesta su un delitto, un rilevante intreccio di affari e malavita…”. “Solo in Cina e a Cuba questo è avvenuto – ha anche dichiarato Ruta – ed è per questo che ci attiveremo tra conferenze stampa ed altre azioni affinché tutti vengano a conoscenza di questa violazione della libertà di espressione. Perché questo rappresenterebbe un precedente molto grave”.

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Pubblicato il
16 giu 2008
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