Un computer per non scrivere sulla sabbia

Un computer per non scrivere sulla sabbia

Il Golem Linux User Group di Empoli invia PC nel deserto algerino, per dare nuove speranze ai profughi del popolo saharawi. I dettagli
Il Golem Linux User Group di Empoli invia PC nel deserto algerino, per dare nuove speranze ai profughi del popolo saharawi. I dettagli


Roma – Si chiama “Telematica per la pace nei campi profughi saharawi” la campagna organizzata da Golem, il Linux User Group di Empoli che intende dare un concreto sostegno al popolo saharawi che si trova nei campi profughi del deserto d’Algeria.

Golem ha raccolto alcuni computer di grandi aziende del comprensorio empolese, li ha riassemblati e li ha adattati per essere inviati a gennaio nel deserto algerino, vicino alla cittadina di Tindouf, dove si trovano i campi profughi sharawi nati dalla guerra con il Marocco.

“Dal 1975 – scrivono i responsabili di Golem – il territorio del Sahara occidentale (precedentemente occupato dal colonialismo spagnolo) è stato invaso dal Marocco e la popolazione locale si è rifugiata nel deserto vicino, proprio in territorio algerino. Qui sono state installate tendopoli che pian piano sono state attrezzate per permettere di sopravvivere in condizioni estreme come quelle del deserto. Sono stati costruiti semplici ospedali e scuole, uffici governativi e centri di accoglienza”.

Dal 1991 la guerra non è più guerreggiata, un piano di pace dell’ONU impone un referendum che pero’ non si è ancora svolto. In questo quadro si inserisce l’invio di cinque computer da Empoli che arriveranno alla persona che gestisce una semplice agenzia di stampa saharawi.

“In questo modo – scrivono quelli di Golem – cerchiamo anche con l’invio di questi computer di mantenere la pace, o almeno lo stato di non guerra. Se i saharawi riusciranno a dar voce alla loro causa, a farsi sentire nel mondo “che conta”, a reclamare l’ingiustizia palese che sono costretti a sopportare, allora non sceglieranno la via della guerra ma quella della diplomazia, del dialogo. Questo sarà possibile anche grazie all’invio di questi computer equipaggiati con software libero, linux ed altri, adattati per lavorare in rete, ecc.”

Ma il progetto – assicura Golem – non si fermerà qui. Assieme ad altre associazioni, si cercheranno altre strade per contribuire a dar voce e solidarietà a quel popolo.

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Pubblicato il
6 nov 2002
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