Due server centrali spostati e protetti

Due server centrali spostati e protetti

VeriSign ricolloca due dei server che indirizzano il traffico internet in un'altra sede e in un'altra area del proprio network. Per scongiurare nuovi attacchi. Ma sarà sufficiente?
VeriSign ricolloca due dei server che indirizzano il traffico internet in un'altra sede e in un'altra area del proprio network. Per scongiurare nuovi attacchi. Ma sarà sufficiente?


Roma – Dopo aver ottenuto il via libera dal ministero del Commercio americano, VeriSign ha spostato fisicamente due dei server che gestiscono l’instradamento del traffico internet. E li ha tecnicamente separati dalla propria rete principale.

L’operazione ha evidentemente lo scopo di rendere la vita più difficile a chi volesse ripetere il clamoroso attacco ai server centrali che si è verificato recentemente, un’offensiva denial-of-service (DoS) che gli esperti dell’ FBI hanno bollato come la più grave fino a questo momento .

VeriSign da quando acquisì Network Solutions gestisce alcuni dei 13 server più importanti oltre ad occuparsi della manutenzione delle estensioni di dominio internet più rilevanti, come i.com.

Lo spostamento di questi giorni ha consentito il trasferimento dei server in una location che non è stata resa nota. Soprattutto ha permesso di sganciare i server dalla porzione centrale del network di VeriSign. Una misura cautelativa che dovrebbe sulla carta rendere più difficile un attacco DoS, sebbene in quello recentemente avvenuto non siano state prese di mira le macchine gestite dall’azienda.

Sull’attacco, intanto, continuano ad investigare in tanti, tra cui appunto l’FBI secondo cui le macchine dalle quali sono partiti i pacchetti studiati per bloccare l’attività di almeno 5 dei 13 server centrali si trovano negli Stati Uniti e in Corea del Sud. Per il momento, però, sembra ancora remota la possibilità di risalire gli autori del massiccio DoS.

Va detto che gli attacchi DoS sono da molto tempo al centro delle attenzioni degli esperti perché non è facile né prevenirli né evitare che una volta iniziati riescano a soverchiare il network e i server aggrediti. Un caso molto noto di attacco DoS è quello che ha colpito Microsoft più di un anno fa, spingendo poi l’azienda a rivedere la configurazione dei server del proprio sito microsoft.com. Un altro celebre e più recente attacco è stato condotto contro il sito della RIAA , i discografici americani. Ma negli anni scorsi a tenere banco fu il clamoroso attacco che nel giro di poche ore per un certo tempo riuscì a rendere inaccessibili siti di primo piano, come Amazon o Yahoo.

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Pubblicato il
8 nov 2002
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