Appello alle Università contro le major

Appello alle Università contro le major

EPIC reagisce all'offensiva mediatica della RIAA e rivolge una lettera agli atenei americani: monitorare il traffico danneggia i principi formativi delle università USA
EPIC reagisce all'offensiva mediatica della RIAA e rivolge una lettera agli atenei americani: monitorare il traffico danneggia i principi formativi delle università USA


New York (USA) – Non ci sta l’ Electronic Privacy Information Center (EPIC) all’offensiva mediatica e politica dei discografici americani, un’offensiva rivolta anche verso le Università a cui di recente le major hanno chiesto di bloccare i network peer-to-peer e monitorare le attività online dei propri studenti.

Rivolgendosi proprio agli atenei americani, vale a dire a quell’ambiente che ha rappresentato la culla e la base di lancio del file-sharing e delle tecnologie di condivisione online, EPIC ha avvertito: posizionare sui network didattici sistemi di controllo delle informazioni che vi circolano mina alla base il senso stesso della formazione universitaria e le promesse della cultura liberale che negli atenei viene insegnata.

“Monitorare i contenuti delle comunicazioni – scrive EPIC nella sua lettera alle Università – è fondamentalmente incompatibile con la missione delle istituzioni educative che è quella di sviluppare senso critico e voglia di esplorare. Il monitoraggio congela i comportamenti e può abbattere la creatività che, invece, deve baluginare negli ambienti formativi”.

Con la loro iniziativa, le major hanno recentemente invitato le Università a fare il massimo per fermare la pirateria del peer-to-peer e già da tempo gli atenei americani se la vedono con denunce e altri guai giudiziari a causa della “liberalità” nella gestione dei network e della banda messi a disposizione dei propri studenti.

Secondo EPIC, le preoccupazioni dell’industria possono essere comprese ma è grave che si voglia “spostare sulle Università e sui college l’onere di devolvere le già scarse risorse al monitoraggio delle comunicazioni online e all’identificazione nonché persecuzione legale di individui sospettati di utilizzare reti p2p per commettere violazioni al copyright”.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
11 nov 2002
Link copiato negli appunti