Guerra IT: visori notturni e raggi spappolafolle

Guerra IT: visori notturni e raggi spappolafolle

Il Pentagono vuole un binocolo che trasformi la notte più buia in pieno giorno. Nel frattempo la marina USA progetta un fucile che frigge il cervello dei facinorosi per tenerli a bada
Il Pentagono vuole un binocolo che trasformi la notte più buia in pieno giorno. Nel frattempo la marina USA progetta un fucile che frigge il cervello dei facinorosi per tenerli a bada

Ci sono i visori a potenziamento di raggi stellari, anche detti a luce crepuscolare. Poi ci sono quelli ad infrarossi. E infine ci sono i mirini ottici, che funzionano bene quando c’è abbastanza luce che illumini il bersaglio, e che magari si appoggiano anche ad un reticolo retroilluminato. Tutti e tre hanno limiti e pregi. E ora, DARPA li vuole riuniti in un unico dispositivo .

Nel caso dei mirini o degli apparecchi per la visione notturna, ricorda The Register , la parte dello spettro visibile presa in considerazione è la zona del quasi-infrarosso : si tratta di una lunghezza d’onda alla quale l’occhio umano è pressoché insensibile, ma che abbonda invece negli scenari notturni. Una tecnologia largamente impiegata soprattutto dai militari, basti pensare a quelle immagini con una netta dominante verde che in molti ricordano di aver visto in TV durante le fasi centrali dei conflitti in IRAQ: intere città riprese di notte sotto attacco, con i palazzi visibili di notte come di giorno.

Per i visori infrarossi, invece, si sfrutta appunto la radiazione infrarossa . Diventa così possibile individuare fonti di luce ad incandescenza, corpi umani, fuochi accesi, veicoli in movimento. Come nel caso precedente, i progressi degli apparecchi utilizzati dai militari sono stati evidenti negli ultimi anni, ma mostrano comunque dei limiti. Ad esempio, le caratteristiche onde lunghe degli infrarossi che vengono percepiti dai sensori non attraversano il vetro , rendendo una banale lastra di silicato una barriera impenetrabile.

Ora, però, quelli di DARPA si sono stancati. E per i soldati USA sarà presto confezionato un singolo dispositivo in grado in un colpo solo di consentire di “vederci chiaro” in ogni situazione. Sia grazie al calore emesso dai corpi, sia grazie alla “luce nera” in circolazione (naturale o artificiale, magari sparata da una lampadina attaccata al fucile d’ordinanza o ad una semplice canna da pesca). Si chiamerà DUdE , che sta per DUal-mode Detector Ensemble , ed offrirà alle forze armate USA un’arma in più contro cattivi e cattivoni.

Nel caso, poi, a questi cattivoni si voglia risparmiare la vita e limitarsi ad acchiapparli senza ferirli (troppo), torna a farsi sentire una tecnologia già sfruttata nel mondo pubblicitario: quella delle microonde sonore . Altro che spot sparati nel cervello, però: MEDUSA ( Mob Excess Deterrent Using Silent Audio ) lavora su ordini di grandezza molto più preoccupanti, visto che sembra essere potenzialmente in grado di atterrire e scioccare intere schiere di ribelli, terroristi, nemici, tifosi attaccabrighe o semplici passanti troppo allegrotti.

L’effetto risultante dal bombardamento con questi fasci di microonde ad alta potenza sarebbe un misto di “rumore assordante e al contempo irritante”. Un vero e proprio choc per il cervello , scaldato al punto da coinvolgere indirettamente le orecchie, causando il disorientamento e l’intontimento dei bersagli. Grazie poi ad una speciale antenna emettitrice, i creatori di MEDUSA spiegano come sia possibile restringere l’effetto ad un singolo individuo o ad interi stormi – che siano di uccelli che sorvolano un aeroporto al momento meno opportuno, o dimostranti che protestano per qualsivoglia faccenda, poco importa.

D’altronde, se funziona in piccolo per pubblicizzare una serie TV, non c’è motivo che non funzioni pure in grande per annoiare frastornare i malcapitati. James Lin, ricercatore dell’Università dell’Illinois, spiega però al New Scientist che i possibili effetti collaterali sull’uomo (e non solo) non sono affatto da sottovalutare: “Mi preoccuperei dei danni alla salute, ci potrebbero essere danni al cervello”. Dall’azienda che ha sviluppato il progetto, la Sierra Nevada Corporation , fanno comunque sapere di essere in attesa di un finanziamento da parte del dipartimento della Difesa a stelle e strisce per procedere alla costruzione di un prototipo entro 18 mesi .

Luca Annunziata

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Pubblicato il 7 lug 2008
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