USA: i provider taglino fuori Usenet

USA: i provider taglino fuori Usenet

Per epurare le rete dalla pedopornografia, il procuratore dello stato di New York convince gli ISP a non offrire accesso a Usenet. E invita i cittadini a fare pressione sui propri provider. La rete si fa più piccola
Per epurare le rete dalla pedopornografia, il procuratore dello stato di New York convince gli ISP a non offrire accesso a Usenet. E invita i cittadini a fare pressione sui propri provider. La rete si fa più piccola

Vigileranno sulla rete e sulle conversazioni che si intessono fra gli utenti, pattuglieranno siti e community per debellare i traffici di pedopornografia, smetteranno di offrire accesso ai newsgroup. Alla crociata condotta dal procuratore generale dello stato di New York, Andrew Cuomo, si aggiungono due dei più grandi operatori della connettività statunitense e l’operazione di epurazione della rete trova visibilità in un sito che si propone di scuotere i cittadini.

Cuomo Se le prime adesioni da parte degli ISP erano state annunciate il mese scorso, la battaglia di Cuomo è di lunga data: oltre ad aver condotto numerose azioni volte a ripulire la rete dai rischi per i minori, il Procuratore aveva sguinzagliato investigatori sotto copertura nelle gerarchie Usenet . Avrebbero dovuto raccogliere le prove del fatto che i traffici di immagini di abusi sui minori si alimentano anche nelle pieghe meno visibili della rete e si avvalgono anche degli storici strumenti di comunicazione nelle mani dei netizen. Hanno individuato 88 newsgroup attraverso i quali gli utenti hanno scambiato immagini delle violenze, hanno rintracciato 11.390 fotografie che testimoniano abusi sessuali sui bambini, hanno contribuito a sviluppare un sistema per catalogare le immagini e per rintracciarle e tracciarle online.

I primi a rendersi disponibili a collaborare con Cuomo sono stati Verizon, Time Warner Cable e Sprint: hanno promesso di sequestrare il traffico di coloro che si scambiano pedopornografia, hanno promesso di interferire sulle attività degli utenti e di battere a tappeto gli spazi online per attenersi alle condizioni di utilizzo dei servizi che offrono ai propri utenti, condizioni che prevedono che i provider denuncino e indaghino su eventuali usi illeciti dei propri servizi. I nuovi ISP a firmare l’accordo sono invece AT&T e AOL. Per contrastare l’utilizzo illecito di Usenet, semplicemente non offriranno ai propri utenti servizi che consentano si fruirne: AT&T lascerà che i netizen si affidino a provider di terze parti ; AOL, che da tempo persegue questa strategia nei confronti di Usenet, continuerà a rendere inaccessibili ai propri utenti gli spazi che ospitano materiale pedopornografico, come già fa dal 2007 in virtù di un accordo con il National Center for Missing and Exploited Children.

A fronte di chi solleva il dubbio che la pedopornografia sradicata da Usenet si possa riversare altrove in rete, che impedire l’accesso ai newsgroup non significhi la scomparsa della pedopornografia dalla rete Usenet, Cuomo ha convinto i provider a sequestrare il traffico che passa sui siti inclusi nella lista nera stilata dal National Center for Missing & Exploited Children. La collaborazione strappata ai maggiori provider USA è solo l’inizio: “Gli accordi di oggi con AT&T e AOL – ha annunciato Cuomo – mandano un messaggio agli Internet Service Provider di tutta la nazione: non possono più puntare i piedi quando si tratta di proteggere i nostri bambini, ma devono piuttosto epurare i loro server dalla pornografia infantile”.

Ma non è tutto: Cuomo sta tentando di coinvolgere i cittadini della rete perché pungolino i provider a fare di più. Il procuratore ha istituito un sito attraverso il quale i netizen possono esprimere al proprio provider l’esigenza di vivere una rete più sicura, inviando lettere al proprio ISP per invitarlo ad attenersi alla linea proposta da Cuomo: “Incoraggio i consumatori dello stato di New York a visitare il mio sito www.nystopchildporn.com affinché si assicurino che gli ISP mettano in campo tutte le misure per sradicare dalla rete questo terribile traffico”.

Sono in molti a scagliarsi contro la malcelata natura politica del sito, sono in molti a sottolineare come quella ingaggiata da Cuomo sia una battaglia personale piuttosto che un reale tentativo di combattere il traffico di pedopornografia e gli abusi sui minori. Ma c’è chi crede nella crociata condotta da Cuomo: lo stato della California lo sta seguendo a ruota . C’è chi paventa che il procuratore Cuomo stia prendendo di nuovo la mira: i prossimi potrebbero essere gli Usenet provider.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
14 lug 2008
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