AKILL se ne va. E' libero

AKILL se ne va. E' libero

Il giovane cracker affetto da una sindrome di relazione se la cava con poco. Una multa e nient'altro. Anzi, per lui potrebbero presto aprirsi le porte dei commissariati: ma non come accusato
Il giovane cracker affetto da una sindrome di relazione se la cava con poco. Una multa e nient'altro. Anzi, per lui potrebbero presto aprirsi le porte dei commissariati: ma non come accusato

Owen Thor Walker, 18enne pirata informatico neozelandese, ha scampato la galera . Responsabile di aver messo in piedi una botnet imponente e di aver contribuito, con il suo codice, al furto di svariati milioni di dollari dai conti bancari di ignare vittime, dovrà pagare una multa di circa 7mila euro per chiudere i conti con la giustizia. L’ha deciso un giudice del suo paese, mettendo fine ad una vicenda esplosa durante l’autunno del 2007.

La corte di Hamilton lo ha giudicato colpevole di accesso ad un computer a scopo illecito, accesso ad un computer senza autorizzazione, di turbativa di sistema informatico e di possesso di software a scopo di commettere un crimine. Il giudice Judith Potter, tuttavia, anche in considerazione delle condizioni di salute di Walker – affetto dalla sindrome di Asperger – si è limitata a comminargli una multa non troppo severa. Forse anche per via del suo contributo alle indagini .

Sin dalla sua identificazione, infatti, Walker ha aiutato le forze dell’ordine a ricostruire la struttura del A-Team – la crew responsabile dei crimini in esame – di cui AKILL , il nick con cui si faceva chiamare il ragazzo, non era il capo ma semplice manovalanza. Il processo ha stabilito che non è stato Walker a sottrarre il denaro dai conti bancari altrui , le capacità del giovane sono state sfruttate per realizzare un software atto allo scopo che è stato in seguito utilizzato da altri.

Wakler, dunque, ha collaborato alle indagini. E potrebbe farlo ancora, visto che secondo i suoi legali la polizia neozelandese starebbe pensando di assumerlo a tempo pieno come consulente , così da sfruttare le sue conoscenze e competenze per comprendere meglio il fenomeno del crimine online. Gli investigatori si sono trincerati dietro un netto “no comment” al riguardo, anche se non hanno escluso che questa eventualità possa essere presa in considerazione in futuro.

Nessuna notizia per il momento sugli altri 8 imputati in procedimenti paralleli portati avanti dagli inquirenti per gli stessi crimini, mentre restano ancora sconosciute le identità di 13 ricercati che da tutto il mondo collaboravano alle attività illecite del A-Team.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
16 lug 2008
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