DDL Domini, Passigli imperversa

DDL Domini, Passigli imperversa

Passigli dichiara all'ANSA che dietro le critiche al DDL c'è la difesa di tornaconti personali. Gli risponde Piarulli, di Register.it, secondo cui Passigli non ha letto il testo che sta per essere approvato. Un testo considerato suicida
Passigli dichiara all'ANSA che dietro le critiche al DDL c'è la difesa di tornaconti personali. Gli risponde Piarulli, di Register.it, secondo cui Passigli non ha letto il testo che sta per essere approvato. Un testo considerato suicida


Roma – Si rischia la zuffa extraparlamentare sul disegno di legge di “riforma” della gestione domini Internet, un DDL che in Parlamento riscuote invece una quasi unanimità di consensi. Un DDL che, come si ricorderà, è obiettivo da lunghi mesi di critiche pressoché unanimi della “comunità Internet”.

Passigli aveva difeso il disegno di legge ispirato al testo che lui stesso aveva approntato dopo “il caso Grauso”, sostenendo che “intende difendere Internet eliminando l’illecito accaparramento di migliaia di nomi a dominio”. Secondo Passigli “tutti i principali paesi, a cominciare dagli USA, hanno adottato norme per colpire il cybersquatting, per colpire cioè l’occupazione abusiva dei nomi a dominio”. Passigli aveva attaccato i critici sostenendo che “chi afferma il contrario mente per difendere il proprio personale tornaconto economico fondato su un vero e proprio abuso”. E aveva poi attacco la Naming Authority: “Chi in buona fede non ha saputo assicurare un corretto funzionamento della Rete, attraverso l’autoregolamentazione, farebbe meglio a tacere per non confondersi con veri e propri profittatori”.

Dichiarazioni che hanno causato, com’è facile intuire, un vespaio sia all’interno che all’esterno della Naming Authority. “Secondo me – ha dichiarato l’amministratore delegato di Register.it, Bruno Piarulli – Passigli non ha letto il DDL in esame alla Camera”.

E mentre la Naming Authority ha iniziato a discutere sulle proprie “eventuali” responsabilità rispetto alle iniziative parlamentari, sono in molti a sperare apertamente che la legislatura si concluda prima del passaggio definitivo della legge.

Uno degli aspetti più “temuti” della normativa è l’avocazione al Governo delle funzioni di indirizzo e di controllo sulla questione dei domini e su cento altre questioni che spaziano dalle regole di registrazione alla sicurezza informatica. “In nessun paese – ha sottolineato Piarulli – il governo si è accaparrato il diritto di decidere chi piò registrare cosa”.


L’accento viene messo, da parte di molti esperti, anche sul fatto che la tutela di nomi e marchi è già prevista dalle normative vigenti e che dunque una loro “estensione” alla Rete non solo è pleonastica ma risulta addirittura dannosa per la chiarezza del diritto.

“I controlli ipotizzati dal DDL – spiega Piarulli – che arrivano al limite della censura, elimineranno di fatto la possibilità per i privati e le piccole aziende di registrare un dominio.IT, a causa di onerosi costi aggiuntivi e rigide procedure burocratiche, lasciando il campo libero alle grosse aziende che potranno registrare tutti i domini che vorranno”.

Altri elementi chiave per l’intera procedura di registrazione dei domini, al di là della retroattività delle norme che rischia di creare un caos giudiziario senza precedenti nel settore, riguardano anche la responsabilità degli intermediari che per conto del cliente “finalizzano” la registrazione. Secondo Piarulli “la corresponsabilità della registrazione da parte degli intermediari, oltre a essere contraria alle recenti normative Europee, eliminerà ancora una volta le piccole aziende a favore delle grosse, spesso straniere”.

Domani, intanto, la discussione sul DDL è all’ordine del giorno della Camera.

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Pubblicato il
5 mar 2001
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