Contrappunti/ Su Internet si trova di tutto

Contrappunti/ Su Internet si trova di tutto

di Massimo Mantellini - Attivare una connessione significa doversi preparare al peggio: orde di pedopornomani, aspiranti bombaroli, consigli sulle droghe del momento. Viene voglia di staccare la spina
di Massimo Mantellini - Attivare una connessione significa doversi preparare al peggio: orde di pedopornomani, aspiranti bombaroli, consigli sulle droghe del momento. Viene voglia di staccare la spina

Il fatto è che su Internet si trova di tutto. Vuoi lo schema particolareggiato per costruire una bomba? C’è. Vuoi un software di cifratura impermeabile a qualsiasi tentativo di intercettazione con il quale progettare fra amici la gassificazione di una metropoli a caso fra quelle che non sopporti? C’è. Tutte le cose brutte su Internet ci sono e questa è una novità sgradevole che la tecnologia ha scaricato dentro le nostre vite. Hanno un bel dire che la tecnologia è neutrale e che sono gli esseri umani a decidere come utilizzarla. Balle. Su Internet e solo su Internet si trova di tutto, consigli dettagliati su come uccidere la moglie o su come suicidarsi, tutto. E non si tratta di allarmi infondati: le cronache sono piene di mariti tecno-impediti, ignari dell’esistenza della cronologia di ricerca di Google, che dopo aver ucciso la moglie hanno lasciato nel computer di casa propria ricerche tipo “moglie, cianuro, minestra, funziona?”.

Mentre vi scrivo ho appena trovato questo, sentite un po’ cosa dice questo tizio:

“Nel 2003 alla ricerca di nuovi modi con cui distrarmi dalle paralizzanti responsabilità emotive dell’età adulta, ordinai alcune erbe da un sito web che vendeva “alternative alla marijuana”. Tra queste, speditemi in una busta piuttosto grande, c’era la salvia divinorum che Daniel Pinchbeck descrive nel suo libro “Breaking open the head” come una pianta visionaria, già apprezzata dai primi abitanti dell’America Centrale.”

Il fatto è che in rete tutti possono leggere tutto. Senza alcun filtro. E non mi riferisco solo alla pornografia, che quella, si sa, è ormai dappertutto, perfino nella pubblicità dell’ammorbidente. Mi riferisco a cose ben peggiori. I nostri figli, per dirne una, chi li controlla quando sono in rete? Mia figlia per esempio, tiene Messenger aperto al pomeriggio mentre studia, parla con le sue amiche – mi dice – ma io come posso essere certo che non ci sia un pedofilo in agguato? Mica posso stare tutto il tempo a sbirciare con chi chatta, no? E non si tratta di fissazioni da padre ansioso: lo dice anche Don Fortunato di Noto che le chat sono piene di pedofili. L’associazione Meter di Don Fortunato tiene alta l’attenzione sul problema e produce interessanti numeri che raccontano chiaramente che Internet è un posto pessimo ed in peggioramento, visto che nessuno fa nulla. Non sarà l’Istat l’Associazione Meter ma io li leggo sempre con interesse questi numeri. E c’è da essere davvero preoccupati, anche se secondo me Don Fortunato, nella sua autentica foga positiva, forse un po’ esagera. Tempo due tre anni e se i suoi calcoli sono corretti su Internet ci saranno solo pedofili. E mia figlia. E allora sì che sarà un problema serio.

C’è anche altro di poco piacevole in rete. Vi piacerebbe saltare in aria come bambole di pezza perché un terrorista islamico digitando “Bomb” su Google ha trovato la formula per farci esplodere, magari mescolando il Perlana alla Cibalgina pestata nel mortaio? Non credo. A me almeno non piacerebbe. Del resto, se è possibile creare giochi d’acqua con le Mentos e la Coca-Cola nessuna combinazione strana sembra essere preclusa a chi sa usare decentemente un motore di ricerca.

Ecco il tizio di prima che continua:

“Poi una notte in cui non avevo nulla da fare me ne sono ricordato ed ho deciso di usarla. Ho estratto un pizzico di salvia dalla busta, ne ho fatto una pallina e l’ho messa sotto la lingua: sul web avevo letto che l’assorbimento sublinguale crea trip particolarmente potenti. Il sapore era amaro, ma non eccessivamente. L’ho masticata un po’ e messa sotto la lingua per altri trenta secondi ripetendo il procedimento fino ad ottenere un liquido denso verde e aspro. A tratti ho provato nausea, ma il mio stomaco ha retto. Dopo venti minuti ho sputato l’intera poltiglia nel gabinetto ho messo musica bhangra sull’iPod, mi sono sdraiato sul letto e ho chiuso gli occhi. Le visioni sono cominciate quasi immediatamente.”

Forte eh? Sono questi i rischi in fondo. L’emulazione prima di tutto, ma anche il fatto che qualche spostato decida di usare informazioni di questo tipo per scopi non esattamente pacifici. E così forse si capisce come mai il nostro attuale Ministro degli Esteri Frattini qualche mese fa abbia tuonato dai banchi della Commissione Europea affinché Google impedisse ricerche pericolose come “bomb”. Non se ne è più saputo nulla: forse stanno ancora discutendo sulla lista delle parole da censurare e quelli di Google sono lì che attendono ordini sbuffando. È che non sai mai cosa può succedere in rete: una volta l’informazione veniva almeno controllata da professionisti, passava il vaglio di una redazione, dei giornalisti decidevano cosa potesse essere pubblicato e cosa no. Ma oggi? Oggi con Internet chiunque può cercare “Bomb” su Google e magari, se ha qualche rotella fuori posto, farci saltare tutti in aria perché nessuno controlla più nulla.

Su Internet girano consigli terrificanti: ci sono migliaia di siti che inneggiano a qualsiasi cosa, dall’anoressia al nazismo, ci sono vademecum per evirarsi senza sanguinare (non scherzo, ne ho visto uno per sbaglio una volta su una rivista elettronica che si chiama BME) ed informazioni su come drogarsi in maniera originale. Ecco appunto.

“Grandi e folte liane verdi dall’età incalcolabile nello spazio infinito, mentre una creatura che assomigliava ad un dio azteco volava sopra di me sputando fuoco. Ho visto la mia testa spalancarsi e ne è uscita una poltiglia rossa, che è andata a mescolarsi in quello che sembrava essere il cosmo. Subito dopo un’altra visione più piacevole, in cui danzavo con mio figlio. Nell’universo si è aperto un grande foro, che io ho sorvolato, e una donna bellissima vestita di bianco mi ha preso per mano per attraversarlo. Era, ho saputo più tardi,lo “spirito della salvia” che appare in quasi tutte le visioni prodotte da questa erba.”

Droghe dite? Di droga su Internet ce n’è a bizzeffe, dalle imitazioni cinesi del Viagra in su. Ma non mi riferisco solo alle droghe da acquistare. È notizia di questi giorni che ci siano anche droghe che possono essere “scaricate”. Cyber-droghe le chiamano: se ho capito bene sono speciali file audio che ascoltati in cuffia ti mandano il cervello a carte quarantotto. L’allarme lo ha lanciato il Colonnello Rapetto della Guardia di Finanza, un altro nome noto nella Internet italiana quanto don Fortunato, stesse idee chiare, solo che uno è in divisa e l’altro ha la tonaca. Gente che nella rete ci naviga, che sa quali siano i rischi. Così, ora che ci penso, oltre alle chat di mia figlia sarà il caso che controlli le chiavi di ricerca che usa su Google e gli mp3 che sono sul suo computer.

“Io faccio uso di salvia un paio di volte l’anno. Non ho bisogno di ricorrervi più spesso, non saprei gestire un impegno più frequente. Dopo essermi trasferito a Los Angeles ho bazzicato gli ambienti dello spaccio in cerca di una fonte affidabile. L’ho trovata presso una catena di abiti vintage di Melrose. Nel retro dietro i cappotti…un libanese senza un braccio mi ha veduto un paio di bustine di estratto 25X, un concentrato capace di trasportarti rapidamente nel “paese della salvia”. Basta fumarne un po’ con la pipa e sei andato.”

Verrebbe quasi da chiedersi cosa ce ne facciamo di una Internet del genere.

Dice il mio commercialista che per pagarmi le tasse online deve fare lo slalom fra mille imprevedibili ostacoli. Io non so quali siano questi ostacoli di cui parla (sarà mica che il mio commercialista ha un mac?) ma già me lo immagino schivare orde di pedofili, assassini seriali, tossici e meretrici, cani che si fingono umani, spacciatori di Viagra farlocco, che gli intasano la connessione mentre lui cerca solo di fare il suo dovere.

Io di sicuro non lo invidio ed anzi ora mi scollego e vado di là a controllare mia figlia: non vorrei che fra una chat dubbia ed un’altra incappasse nelle istruzioni per sballarsi con la salvia divinorum.

Anzi, nel dubbio spengo anche il suo computer e non se ne parli più. Tolto il dente tolto il dolore. Che se vuole leggere qualcosa ci sono ancora le edicole ed i quotidiani, per fortuna.

nota: i brani in corsivo di questo Contrappunti sono tratti dall’articolo “Confesso sono un mangiatore di salvia” apparso sul supplemento di sabato scorso di uno dei più letti quotidiani italiani. Ironia della sorte l’articolo non è disponibile online.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il 21 lug 2008
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